CASERTA – Su richiesta del Comitato Acqua bene comune di Caserta, il 17 giugno,  il gruppo parlamentare del Partito di Sinistra ecologia e libertà alla Camera dei Deputati, ha sottoposto al Ministro dell’Ambiente, al Ministro delle Infrastrutture e a quello degli Affari Regionali,   una Interrogazione Parlamentare a risposta scritta tesa ad avere tutti i chiarimenti necessari concernenti  il corso più che discutibile e antireferendario intrapreso dall’amministrazione casertana  in tema di gestione dei servizi idrici, tanto più preoccupante considerata l’area ad alta presenza di capitali illegali e dove privatizzare rischia di significare, in concreto, la consegna ad ambigui speculatori per molti anni della gestione di risorse essenziali.
L’Interrogazione Parlamentare è stata presentata dall’onorevole Arturo Scotto.

 

Il coinvolgimento diretto del Parlamento, attraverso i suoi rappresentanti più coscienti, rappresenta solo un aspetto delle iniziative politiche organizzate nella provincia di Caserta  per merito dell’autodeterminazione popolare e dei comitati che si autocostituiscono per organizzare la lotta contro il culto ingiustificato del “privato è bello” in materia di governo dell’acqua. Il peggioramento della vita dei cittadini si è venuto ad accentuare con le sconsiderate scelte politiche privatistiche intraprese negli ultimi anni dai partiti politici di destra, ma anche di centro sinistra, frutto di una concezione neo-liberista dell’amministrazione pubblica. La privatizzazione dell’acqua e le relative conseguenze per i cittadini, come nell’Ato3 sarnese-vesuviano della Campania,  sono un esempio lampante di queste conseguenze.

 

L’ Acqua è un bene pubblico, un diritto naturale ed inalienabile dell’essere umano,  quindi non può essere fatto oggetto di speculazione e profitto. E’ inaccettabile che l’acqua diventi, come diceva Massimo Troisi, “una cosa con cui invece di bere qualcuno ci mangia”.

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