E’ stata arrestata anche per proteggere gli altri due figli, e per evitare possibili gesti di autolesionismo. Ci sono anche queste motivazioni nel dispositivo con cui il gip di Grosseto accoglie la richiesta della Procura grossetana che ha disposto l’arresto, avvenuto ieri sera, di Laura Pettenello, la 45enne accusata di aver annegato il 9 agosto scorso il proprio figlio di 16 mesi, Federico durante una gita in pedalo’ alla Feniglia (Grosseto). La donna era in cura da un anno per problemi psicologici, scatenati verosimilmente dalla nascita del terzo figlio.
Laura Pettenello ha altri due figli, di 8 e 10 anni, e il giorno della tragedia erano rimasti a casa con la governante. La 45enne e’ stata arrestata per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e del vincolo di parentela. L’arresto, condotto dai carabinieri di Orbetello, e’ avvenuto a Roma ieri sera, e la donna si trova nel carcere di Rebibbia. Il marito, il noto commercialista Lorenzo Cassinis, 49 anni, e’ indagato con l’accusa di favoreggiamento e concorso in omicidio. Gli inquirenti devono capire il ruolo dell’uomo in relazione al primo episodio che vede coinvolta la donna, il tentativo di annegare il piccolo Federico nella vasca da bagno di casa, nel marzo scorso. Allora la 45enne disse che era scivolato nella vasca, ma secondo gli inquirenti fu lei a tenerlo sott’acqua, fino a quando il piccolo svenne. La madre, credendolo morto, lo porto’ in ospedale, al policlinico Umberto I, e qui i sanitari riuscirono a salvarlo dopo 13 giorni di rianimazione. Il procuratore capo di Grosseto, Franco Verusio, ha affermato oggi che l’inchiesta non e’ chiusa e che le indagini proseguono. A insospettire gli inquirenti, lo scorso agosto, era stato il racconto della donna, che aveva affermato che il piccolo era caduto in mare dal pedalo’ e che lei non era riuscita a recuperarlo in tempo. Ma soprattutto gli inquirenti non erano rimasti convinti dall’atteggiamento della 45enne romana subito dopo il presunto incidente. Non aveva infatti chiesto aiuto a nessuno, aveva messo il figlio avvolto in un asciugamano su un lettino in spiaggia, si era andata a fare la doccia e soltanto dopo aveva detto di essersi accorta che il bambino non respirava, decidendo cosi’ di accompagnarlo personalmente all’ospedale di Orbetello, senza chiedere aiuto a nessuno. All’epoca la donna era stata iscritta nel registro degli indagati per omicidio colposo, come atto dovuto. Proseguendo le indagini gli investigatori hanno scoperto lo stato di depressione in cui versava la donna, e soprattutto l’altro episodio, quello del tentativo di annegamento di Federico nel marzo scorso, per la quale e’ indagata con l’accusa di tentato omicidio. Quando si e’ verificata la tragedia del 9 agosto scorso, il marito della donna era invece a Roma, dove era rimasto per motivi di lavoro.