Il voto della Giunta del Senato sulla decadenza di Silvio Berlusconi torna a far tremare il governo. A rimettere in discussione la prosecuzione dell’esecutivo guidato da Enrico Letta e’ l’ex presidente del senato Renato Schifani che prima si appella al suo successore a Palazzo Madama perche’ rimuova i membri ‘chiacchieroni’ della Giunta per le immunita’ e, una volta incassato il ‘non possumus’ di Grasso, avverte che un voto politico in Giunta renderebbe impossibile proseguire sulla strada della “convivenza” nel governo.
All’alleato di governo si e’ rivolto anche il segretario del Pdl Angelino Alfano che ha chiesto al Pd di chiarire se ritenga valido il principio della irretroattivita’ della legge Sverino: “In base a precisi riferimenti giuridici, abbiamo chiesto e chiediamo al Partito Democratico una parola chiara su questo principio”, ha detto Alfano. Ma dal Nazareno non arriva nessun cambio di rotta: “Berlusconi e’ stato condannato dopo tre gradi di giudizio e non si puo’ pensare di trasformare la Giunta in un organo di quarto grado”, sottolinea Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd. Stessa posizione espressa da Pierluigi Bersani che, dalla festa Democratica di genova, manda un messaggio inequivocabile: “Noi siamo per lo stato di diritto e perche’ le leggi vengano applicate. Il Pdl deve riflettere con grande realismo sul seguente concetto: noi non potremo mai concedere a Berlusconi quello che non concederemmo a nessuno dei nostri”. Domani intanto, alle 13.30, e’ convocato l’ufficio di presidenza della Giunta, che dovra’ stilare il calendario dei lavori. E proprio per mettere a punto la strategia da tenere, si riunira’ sempre domani, alle 13, il gruppo del Pdl di palazzo Madama (non e’ prevista la presenza del Cavaliere, che non dovrebbe rientrare a Roma prima di giovedi’). Non hanno aiutato a distendere gli animi le parole del presidente della Giunta Dario Stefano, che in un’intervista ha assicurato: la decadenza di Silvio Berlusconi sara’ esaminata e votata in tempi brevi senza “scappatoie elusive”. E non ha nascosto la possibile necessita’ che sia sostituito qualche membro della giunta. Insorge il Pdl che con Annamaria Bernini mette in dubbio il ruolo super partes di Stefano. Sul punto interviene anche il capogruppo pidiellino Schifani: “Le continue dichiarazioni del senatore Stefano, sia sui tempi dei lavori della Giunta che sul merito delle sue decisioni, ci preoccupano non poco”. Per il successore di Berlusconi a palazzo Chigi, Mario Monti, si devono fare “tutti gli approfondimenti del caso, ma”, aggiunge Monti, “mi riesce difficile immaginare che alla fine questa decadenza non venga pronunciata”. L’alleato leghista, Roberto Maroni, suggerisce al Cavaliere la linea dura: “Ho sentito Berlusconi, mi pare molto preoccupato e penso che debba prendere una decisione: mi auguro che la decisione sia di togliere il sostegno al Governo perche’ e’ un governo che non sta facendo bene, anzi”. Per il governatore lombardo il “Pd sta trattando Berlusconi come all’epoca venne trattato Craxi”.