“A volte la scuola è più avanti delle istituzioni, così lente nel dire quello che la società vorrebbe sentirsi dire. Se quasi 800mila studenti di origine straniera sono integrati nella scuola italiana, lo dobbiamo agli insegnanti che costruiscono la società del futuro. Pensare all’inclusivitá non ci rende più deboli!”.

Cosí il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza che, nel premiare tre scuole per i loro progetti contro la discriminazione, ha fatto riferimento al decreto sul femminicidio che dovrebbe essere approvato oggi alla Camera, per poi passare al Senato, e alla legge sull’omofobia che non vede la luce. Lo spunto è arrivato dai lavori realizzati dagli studenti che hanno ad oggetto l’omofobia e la parità tra uomo e donna. I riconoscimenti sono stati consegnati in una scuola della periferia di Roma alla vigilia della quinta Settimana contro la violenza e la discriminazione (da domani al 16 ottobre) promossa dall’Unar, che come ha spiegato Maria Cecilia Guerra, viceministro al Welfare con delega alle pari opportunità, ha coinvolto non solo gli studenti ma anche genitori, docenti e associazioni “per richiamare l’attenzione sulla necessità di investire per combattere l’analfabetismo nella relazione. E dove se non a scuola? Occorre -ha aggiunto – cominciare dalla paura della diversità, che credo sia il motivo di fondo perché mettano in crisi la nostra identità”. Le tre scuole vincitrici hanno presentato lavori in tre ambiti diversi per la sensibilizzazione sui temi della lotta alla violenza e alle discriminazioni: il Liceo Giordano Bruno di Roma, che ha ospitato la premiazione, il cortometraggio contro l’omofobia “Reverse”, l’Amerigo Vespucci di Vibo Marina un brano musicale dedicato a Lea Garofalo, la testimone di giustizia il cui corpo è stato carbonizzato dai suoi stessi familiari, e lo sportello per la parità dell’Istituto Cangemi di Boscoreale

 

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