La Cina frena sull’intervento a sostegno dell’Eurozona, i rendimenti dei Btp italiani schizzano oltre il 6%, Berlino invita Roma a prendere esempio da Napolitano e Obama incalza: l’Ue agisca presto contro il rischio contagio. A due giorni dall’accordo tra i leader dell’Eurozona sul piano anti-crisi,
la tregua con i mercati sembra gia’ essere finita e tornano a emergere i dubbi sulla capacita’ di superare il problema dei debiti sovrani. Ai quali si aggiungono nuovi timori per un ulteriore rallentamento dell’economia. ”C’e’ un attacco all’euro”, ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, perche’ ”non ha convinto nessuno”. L’euro, ha osservato il premier, non e’ la moneta di un solo Paese ”ma di tanti, che pero’ non hanno un governo unitario ne’ una banca di riferimento e delle garanzie”. ”La crisi non sara’ superata nello spazio di un anno”, ha ammonito Angela Merkel precisando che per superare i problemi sul tappeto e recuperare la fiducia dei mercati non bastera’ un ”colpo di spugna”. Del resto le intese raggiunte nella notte tra mercoledi’ e giovedi’ scorsi sul potenziamento del fondo salva-Stati, il nuovo salvataggio della Grecia e la ricapitalizzazione delle banche dovranno ora essere riempite di contenuti ‘tecnici’. E in molti temono che si possa ripetere lo scenario dell’estate scorsa, quando l’accordo trovato dall’Eurogruppo il 21 luglio e’ stato reso obsoleto dagli eventi prima ancora di essere applicato. A chiedere ancora una volta di risolvere la crisi ”il piu’ velocemente possibile” e’ stato il presidente statunitense Barack Obama. Pur riconoscendo gli ”importanti progressi” compiuti in questi ultimi giorni dagli europei, Obama e’ tornato a sottolineare la necessita’ di ”una credibile rete di protezione” per prevenire il contagio. Una rete che dovrebbe essere costituita dando una potenza di fuoco da 1.000 miliardi di euro al fondo salva-Stati Efsf anche attraverso la partecipazione di Paesi come la Cina, che pero’ oggi ha chiesto piu’ garanzie prima di intervenire nonostante la tripla ‘A’ assegnata al ‘nuovo’ Efsf da Fitch e Standard&Poor’s. Ma a far tremare l’Eurozona continua a essere anche l’Italia, posta dall’Ue sotto stretta sorveglianza per monitorare l’applicazione delle misure promesse all’ultimo vertice dell’Eurogruppo, e per la vicenda Bini Smaghi. Oggi i rendimenti dei Btp decennali sono volati oltre il 6% e lo spread con i Bund tedeschi e’ tornato a crescere. ”Anche i mercati esercitano pressioni, a loro modo, sul governo”, e’ stato il commento raccolto da fonti europee che attendono nuove comunicazioni da Roma sul calendario degli interventi entro una settimana-dieci giorni. Pressioni che continuano a giungere anche da Berlino, dove il portavoce della Merkel si e’ augurato che il governo italiano la pensi come il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ovvero proceda a realizzare con risolutezza le decisioni annunciate. Ora la palla passa al G20. Il 3 e 4 novembre a Cannes saranno i leader dei Paesi piu’ industrializzati del mondo a doversi pronunciare sul piano anti-crisi europeo e dimostrare di essere capaci di definire una strategia comune globale per stimolare il rilancio della crescita economica.