NAPOLI. La rivoluzione che verrà. La riforma voluta dal commissariato regionale alla Sanità, Stefano Caldoro sembra destinata a stravolgere il sistema dei laboratori di analisi in Campania puntando a superare la frammentazione con l’aggregazione di più strutture.

Una riforma che, se da un lato fa storcere il muso all’Ordine Nazionale dei Biologi che si è detto critico sul “paletto” delle soglie minime di efficienza (70mila all’anno per il 2008-2012; 200mila per gli anni successivi) stabilito dall’ente di via Santa Lucia per l’accreditamento, dall’altro è sostenuta con forza da FederLab Italia, l’associazione di categoria maggiormente rappresentativa dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatori privati, con oltre 2.000 strutture associate presenti su tutto il territorio nazionale.

 

“La riforma – spiega Pietro Napolitano, responsabile relazioni istituzionali di FederLab – è prevista da una legge nazionale e anche dal piano di rientro. Da parte nostra, abbiamo spinto perché il decreto del commissario Caldoro avesse il migliore impatto possibile sul comparto. La nostra valutazione, comunque, è positiva”. Ciò non toglie, però, che in giro ci siano non pochi maldipancia, cosa di cui lo stesso Napolitano è consapevole: “I dissensi ci sono. E’ fisiologico – ammette – ma la riforma andava fatta. Siamo tutti convinti, infatti, che i processi vadano governati e non subìti”.

“Occorre ribadire – prosegue Napolitano – che la riforma va a razionalizzare un sistema ridondante, garantendo una più ampia offerta di servizi e introducendo nuovi criteri per il personale e le tecnologie”. “Man mano che andremo avanti con le procedure – prosegue il dirigente Federlab – molte preoccupazioni verranno meno. Anche i piccoli laboratori si renderanno conto che aggregandosi avranno accesso a tecnologie alle quali oggi non possono accedere”. E a chi teme che la professione sia in pericolo, Napolitano replica che “non ci sono rischi. Anzi, la professione potrà essere esercitata addirittura in modo migliore”. “E voglio tranquillizzare tutti” aggiunge ancora “perché aggregarsi non significa perdere la propria autonomia di impresa”. È chiaro che si prospetta un periodo delicato: “Nessuno lo nasconde. D’altronde, tradurre in pratica un provvedimento di simile portata non è cosa che si possa fare da un giorno all’altro. Ma Federlab è pronta. E saprà essere vigile e attenta, come ha sempre fatto finora, rispetto alle novità. Di una cosa possono essere sicuri i nostri associati: non li lasceremo in alcun modo soli” conclude.

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