E’ cominciato al tribunale di Salerno il processo a carico di Danilo Restivo, unico imputato per la morte di Elisa Claps, uccisa 18 anni fa, il 12 settembre 1993, a Potenza. Il processo si svolgerà con rito abbreviato: due le udienze previste, oggi e il prossimo 10 novembre.
La richiesta di costituzione di parte civile da parte della diocesi di Potenza è stata respinta dal gup Elisabetta Boccassini. Il fatto che il corpo di Elisa Claps sia rimasto per tanto tempo nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza dimostra che la chiesa di Potenza è stata negligente. C’é questo, secondo quanto riferito dal legale della diocesi di Potenza, Donatello Cimadomo, alla base della decisione del gup Elisabetta Boccassini che ha respinto la richiesta di costituzione di parte civile avanzata dalla diocesi di Potenza nel corso a carico di Danilo Restivo. Secondo quanto riferito dal legale della diocesi di Potenza, Donatello Cimadomo, il gup Elisabetta Boccassini ha chiamato in causa la “mancata diligenza nel controllo e gestione dei locali” della chiesa della Santissima Trinità di Potenza dove il 17 marzo 2010 furono ritrovati i resti di Elisa Claps. “Da qui – ha spiegato il legale – l’impossibilità di far derivare un danno perché non si può dolere delle conseguenze dannose di una condotta delittuosa colui il quale non ha in cura i locali dove il corpo è stato ritrovato”. “Questo processo non fa giustizia a mia figlia Elisa”.
Sono le primissime parole di Filomena Claps, la mamma di Elisa. Oggi al tribunale di Salerno comincia il processo a carico di Danilo Restivo, unico imputato per la morte di Elisa. “Da questo rito abbreviato non può uscire quello che desideravo, la vera verità, chi ha aiutato Danilo”. “Deve uscire chi ha aiutato Danilo – ha ribadito Filomena Claps – che Danilo è il colpevole l’ho saputo dal primo momento, dentro di me lo sapevo e l’ho sempre detto. Io voglio sapere chi ha coperto Danilo Restivo”.
Filomena ribadisce che ci sono dei complici impuniti. Poi, a chi le ha chiesto in merito alla costituzione di parte civile da parte della diocesi di Potenza, Filomena si ferma, gelida. “Avrei preferito trovare mia figlia comunque, in un campo, dovunque, ma non nella chiesa – ha sottolineato – in molti sapevano che in quella chiesa c’era Elisa. Io ho sempre detto che Elisa è entrata e non è uscita. Danilo Restivo è stato aiutato da tutti e queste persone devono fare un esame di coscienza perché se la Barnes in Inghilterra è morta la colpa è di chi non ha fatto il proprio dovere”.
La famiglia Claps “si aspettava un segnale diverso” dalla diocesi di Potenza, che ha deciso di costituirsi parte civile, ha detto l’avvocato della famiglia Claps, Giuliana Scarpetta. “Non mi meraviglia – ha aggiunto – la posizione della Chiesa, ma sicuramente ci aspettavamo un segnale diverso”. L’avvocato ha sottolineato: “Con questo processo siamo alla fine per quel che riguarda Danilo Restivo, ma siamo solo all’inizio per tutti gli ‘astri sodali'”. La famiglia Claps “attende un altro processo – ha aggiunto l’avvocato – per riuscire a individuare tutti coloro che hanno coperto e depistato, facendo in modo che il cadavere di Elisa sia rimasto 17 anni nel sottotetto di una chiesa”.