E’ morto improvvisamente a Napoli lo storico dell’arte Vincenzo Pacelli, professore emerito dell’Università Federico II di Napoli , tra i più considerati studiosi di Caravaggio, a proposito del quale suscitò un caso nel 2012 con un saggio che scardinava convinzioni di secoli sul luogo ma anche sulle cause della morte del Merisi, che secondo lui sarebbe stato assassinato a Palo di Ladispoli. Settantacinque anni ancora da compiere (era nato a San Salvatore Telesino nel 1939) Pacelli fu allievo di Valerio Mariani e Ferdinando Bologna. Autore di numerosi saggi e monografie sull’arte meridionale, sull’iconografia e la storia sociale dell’arte, Pacelli ha dedicato alla vita e alle opere di Caravaggio gran parte delle sue ricerche, approfondendone in special modo la produzione matura e il soggiorno meridionale, tra Napoli, Malta e la Sicilia.

Tra le sue opere dedicate al pittore lombardo, il saggio monografico sul Martirio di Sant’Orsola di collezione Intesa San Paolo (1980), la monografia sulle Sette Opere di Misericordia (1984), le tre edizioni dell’Ultimo Caravaggio (1994, 1995, 2002) e Caravaggio tra arte e scienza (2012). Fra i suoi impegni recenti i lavori monografici su Pacecco de Rosa (2008) e Giovan Battista Beinaschi (in collaborazione con Francesco Petrucci, 2011). Nel suo lavoro del 2012, Pacelli , appoggiandosi su documenti ritrovati nell’archivio di Stato e nell’Archivio Vaticano, sosteneva che Caravaggio non sarebbe morto come si è sempre creduto nella cittadina toscana di Porto Ercole, fiaccato da una malattia, bensi’ a Palo, a pochi chilometri da Civitavecchia, che all’epoca era il porto di Roma. Qui il genio lombardo sarebbe anzi stato vittima di una sorta di ”omicidio di Stato” organizzato ”dall’Ordine di Malta, per l’offesa arrecata ad un potente cavaliere, con il tacito assenso della Curia romana”. Da tempo interessato all’ultimo periodo del Caravaggio, lo storico napoletano aveva poi pubblicato i risultati di questa sua ricerca nel volume ”Caravaggio tra arte e scienza”.

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