Ammonta a un milione e duecentomila euro la truffa messa a segno da Lucia Darino, 53 anni, direttrice dell’ufficio postale di Monte San Giacomo, in provincia di Salerno, ai danni di numerosi suoi correntisti. Secondo quanto emerso dalle indagini, la donna, tra il 2005 e il 2013, utilizzando sempre la stessa tecnica, forzava, indisturbata (essendo l’unica impiegata di quell’ufficio), il sistema di gestione on-line di conti correnti postali, depositi a risparmio e buoni fruttiferi, riuscendo – è la tesi dell’accusa – ad impossessarsi del denaro dei clienti simulando prelievi. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, sono iniziate lo scorso anno, dopo la denuncia presentata da 64 vittime del raggiro, quasi tutte anziane o residenti all’estero, ma originarie di Monte San Giacomo. Gli uomini della Guardia di Finanza di Sala Consilina, in collaborazione con i carabinieri della locale Compagnia, hanno raccolto prove inconfutabili nei confronti della direttrice che è stata denunciata in stato di libertà per le accuse di peculato, falso ideologico, falso materiale, sostituzione di persona, falsità in scrittura privata e soppressione di documenti originali. Nel corso delle indagini è emerso che nell’operazione truffaldina risultano coinvolti anche il marito della direttrice, Mattia Romanelli, 50 anni, il loro figlio Marcello, 27 anni, e il fratello della direttrice, Remigio Darino, 42 anni, già portalettere dell’ufficio postale di Monte San Giacomo. Mattia Romanelli è accusato di riciclaggio e di impiego di denaro di provenienza illecita: in qualità di amministratore della scuola calcio “Gaetano Romanelli”, avrebbe usato oltre 600 mila euro in varie attività legate alla gestione del proprio sodalizio sportivo. Il figlio della direttrice, Marcello Romanelli, avrebbe, invece, utilizzato mezzo milione di euro per la gestione di alcune attività commerciali di sua proprietà, tra le quali un negozio di telefonia. Il portalettere Remigio Darino, infine, si sarebbe appropriato indebitamente di un assegno postale di 20 mila euro intestato a terzi. Le indagini hanno avuto una svolta fondamentale all’alba di stamani, con una serie di perquisizioni domiciliari nei confronti degli indagati. Al termine dell’operazione, le forze dell’ordine hanno sequestrato somme di denaro, beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa due milioni di euro. Nei prossimi giorni, intanto, saranno predisposti accertamenti su tutto il territorio nazionale al fine di verificare l’esistenza di conti correnti bancari intestati alla direttrice o ai suoi familiari, conto correnti bancari che potrebbero essere stati accesi per far perdere le tracce del “tesoretto” provento della truffa.