Continua la mobilitazione dei lavoratori bengalesi di Sant’Antimo impiegati nelle industrie tessili situate tra Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. Al momento sono sette i ricorsi depositati dall’avvocato Vincenzo d’Ago presso la sezione Lavoro del Tribunale Napoli Nord. “Queste persone lavorano come schiavi – spiega d’Ago -, 12 ore di lavoro al giorno in sottoscala adibiti a fabbriche dove, ovviamente, si contravviene alle più elementari norme di sicurezza; un salario che, quando corrisposto, oscilla tra i 200 e i 300 euro mensili”. Non tutti vengono pagati: molti lavorano gratis per estinguere il debito contratto con il loro padrone il quale, anch’egli bengalese, pare li aiuti ad arrivare dal loro paese di origine procurandogli tutti i visti necessari. E’ così che dietro un lauto corrispettivo riesce a garantirsi un continuo ricambio di forza lavoro sfruttabile e ricattabile. I malcapitati partono dal loro paese d’origine con la promessa di un contratto di lavoro ed un salario di 1600 euro mensili. Una volta arrivati in Italia il sogno si trasforma presto in incubo. Minacce, percosse e intimidazioni di vario genere, nonché il sequestro dei documenti, sono i principali strumenti attraverso i quali il padrone mantiene il controllo di circa 120 suoi connazionali. “E’ gente che ha paura, che ha necessità di lavorare, e allora parlare e ribellarsi non è facile”, ci dice ancora l’avvocato. Ciò nonostante a partire da novembre la disperazione ha rotto il silenzio. “All’inizio eravamo in sette, oggi siamo molti di più” -spiega uno dei lavoratori-. Diversi sono stati i momenti di confronto e all’ultimo, tenutosi a sant’antimo, si contavano circa 60 persone, alcune delle quali anche di altre nazionalità. “E’ un buon risultato – insiste Amal – non è semplice quando hai una famiglia da mantenere e devi mandare i soldi a casa; si finisce per accettare qualunque cosa. Poi ci minacciano e qualcuno è stato anche picchiato. Ora però bisogna dire basta, dobbiamo superare la paura ed unirci tutti insieme in questa lotta. Il nostro padrone continua a minacciarci ma noi a questo punto vogliamo solo andare avanti” conclude.
Luca Leva