Partiamo da lontano, da Roma dove si decidono le sorti nazionali e dove le parole al vento sono uno sport molto praticato e dove il nostro Presidente del Consiglio pensa di risolvere i problemi dell’Italia con twitters e passerelle nelle scuole. Riporto da un quotidiano nazionale:”Un piano per le scuole –3,5 miliardi – unità di missione – per rendere la scuole più sicure e rilanciare l’edilizia”, si legge nella slide numero 20. E’ il 12 marzo. Il 27, parlando ai parlamentari del Pd, fissa una data: “I cantieri partiranno a giugno e i 3,5 miliardi ci sono”. Due settimane dopo, il premier è ancora più preciso: “Dal 15 giugno devono partire i cantieri in tutti i comuni” (Asca, 12 aprile). Qualche giorno dopo ribadisce: “Abbiamo tolto dal patto di stabilità” questi interventi, “saranno 3,5 miliardi di euro” (Radiocor, 23 aprile). Nel Def, tuttavia, i fondi scendono a quota 2 miliardi, come si legge a pagina 30. Se poi si va a guardare nel testo del decreto Irpef si scopre che per ora le risorse stanziate dall’articolo 48 (Edilizia Scolastica) non vanno oltre i 122 milioni per il 2014 e gli altrettanti del 2015. In tutto 244 milioni, non 3,5 miliardi. Ora mi domando se 3,5 miliardi per tutto il territorio nazionale si sono sciolti in 244 milioni come si faranno a trovare i fondi per ristrutturare e mettere in sicurezza l’Istituto Agrario? La storia recente dell’Istituto Agrario è ben nota a tutti. Dopo gli eventi sismici di fine anno 2013 le 10 classi dell’Istituto Agrario sono state allocate in alcune classi dell’Istituto Industriale con il disagio degli studenti di entrambi le scuole. Era stato detto che era una situazione temporanea e che in breve tempo tutto si sarebbe risolto al meglio. Ci sono state affermazione in tal proposito sia da parte di esponenti della Provincia che della Regione. Nell’attesa delle opere necessarie per la sistemazione e la messa in sicurezza della sede storica dell’Istituto Agrario, con interventi molto costosi e complicati, le 10 classi dell’Istituto Agrario si sarebbero dovute trasferire in alcuni locali denominati “San Giuseppe”,di proprietà della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, più vicini alla sede storica ed all’azienda dell’Istituto Agrario. Ma fino ad oggi tutto tace. Gli studenti, i docenti e tutto il personale dell’ISISS di Piedimonte Matese continuano a svolgere con serietà ed impegno i loro compiti e attendono con ansia che la situazione si risolva al più presto o che almeno ci sia una certezza per l’inizio del prossimo anno scolastico.
Prof. Giacomo Venditti