Le misure sono ancora tutte allo studio ma le linee direttrici lungo cui si muoverà il governo Monti per rimettere in carreggiata i conti italiani e favorire la crescita sono di fatto già tracciate: dalle pensioni alla reintroduzione dell’Ici, dalle tasse sul lavoro al rilancio delle infrastrutture.
Ecco in breve gli interventi al vaglio dell’esecutivo. Il problema non è l’età ma le ‘disparita”, legate alle diverse forme contrattuali che vanno eliminate insieme alle “ingiustificate aree di privilegio”. Gli interventi non saranno comunque “con l’accetta”. Si pensa all’applicazione totale del contributivo e a modifiche delle aliquote.
L’Ici sulla prima casa potrebbe tornare a breve perché la sua assenza praticamente solo in Italia è “un’anomalia”. Le modifiche, che partirebbero innanzitutto da una revisione dei valori catastali, potrebbero arrivare nel contesto dell’Imu, la nuova imposta municipale che scatta dal 2014. Non è esclusa anche l’ipotesi di una patrimoniale sugli immobili. – L’obiettivo è quello di superare il dualismo tra chi è molto tutelato e chi non lo è affatto.
Ma per venire incontro alle richieste europee (nella lettera di quest’estate la Bce chiedeva “una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento”) si pensa al modo per rendere più facili i tagli del personale e allo spostamento del baricentro della contrattazione verso i luoghi di lavoro. Per non limitarsi a misure di rigore, il governo potrebbe puntare ad un rilancio dei consumi attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro.
Le risorse per abbattere il peso del fisco sulle buste paga e sulle imprese potrebbero arrivare da un ulteriore aumento dell’Iva al 23%. Allo studio c’e un tetto a 350 euro per i pagamenti cash, dagli attuali 2.500 euro. Monti li definisce “ineludibili” di fronte ai tagli chiesti ai cittadini. E riguarderanno dalle cariche elettive fino agli amministratori delle società di nomina politica.
Si avvierà da subito una ‘spending review’ del Fondo unico della Presidenza del Consiglio e il riordino delle competenze delle Province, fino alla completa eliminazione. la palla è in mano al superministro Corrado Passera. Tra le ipotesi la riforma degli ordini professionali, più poteri all’Antitrust, l’apertura dei servizi pubblici locali. Per la realizzazione delle opere infrastrutturali la strada potrebbe essere quella del coinvolgimento dei privati grazie ad incentivi fiscali.