”Uaglio’, cammnam dritt (Ragazzo, camminiamo diritto)”. E addolci’ il perentorio invito con una benedizione. Padre Pio con Damiano Fucci, giovane concittadino di Pietrelcina (Benevento), figlio di Anna sua vicina di casa, fu sempre prodigo di consigli. Al punto da convincerlo, nel secondo dopoguerra, a trasferirsi a San Giovanni Rotondo

e a indossare il saio dei frati minori cappuccini rinunciando a quello dei benedettini, vocazione che frate Modestino – morto oggi all’eta’ di 94 anni – aveva pensato di seguire ma se n’era allontanato dopo una rapina subita in abbazia, peraltro profetizzata dal frate con le stimmate. Modestino non e’ mai stato un cappuccino come gli altri! Morto padre Pio fu promosso da frate questuante a guardiano del convento di San Giovanni Rotondo. Ma tutti lo hanno sempre considerato molto di piu’: il ‘discepolo’ del Santo, il custode dei suoi aspetti piu’ intimi e meno conosciuti, il ‘mezzo’ per arrivare ai miracoli. E per un’intercessione o una sua preghiera ‘speciale’, migliaia di fedeli, per anni, si sono messi in coda anche alle 4 del mattino davanti alla sua guardiola. ”Paesano, non mi far fare brutta figura!” Questo il monito di padre Pio a Damiano Fucci quando questi si spoglio’ degli abiti civili per diventare frate questuante. ”Fra Modestino – gli disse – vai tranquillo, io ti staro’ sempre vicino e lo sguardo di san Francesco, dal cielo, sara’ sempre sopra di te”. Questa ‘testimonianza vivente’ di padre Pio, il frate oggi santo che fa ancora discutere e divide il mondo, ebbe anche un colloquio privato con l’attuale papa. Benedetto XVI lo incontro’, infatti, nel santuario di san Giovanni Rotondo il 21 giugno 2009 in occasione della visita per l’esposizione delle spoglie di San Pio. Fra Modestino fu anche colui che ritrovo’, tre anni dopo la morte di padre Pio, una maglia intima del santo confratello con una macchia di sangue in corrispondenza della spalla destra. Una piaga come quella che Gesu’ si procuro’ portando la croce sulla via del Calvario, la cui esistenza il frate con le stimmate aveva rivelato all’allora giovane sacerdote Karol Wojtyla in una visita ricevuta nelle vacanze di Pasqua del 1948 come ha rivelato, nel libro ‘Il papa e il frate’, il direttore di Tele radio padre Pio, Stefano Campanella. Amato e benvoluto, da semplici fedeli o vip: ”Conosco e sono amico di Fra’ Modestino e padre Gerardo – scrisse nel 1999 su un periodico Antonio Di Pietro, parlando della devozione per padre Pio -. Quando vado a trovarli giochiamo a bigliardino che e’ il classico passatempo dei seminaristi (anch’io ho fatto il seminarista da ragazzo)”.

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