Scuola, sport e istituzioni, il tutto amalgamato dalla preziosissima azione del volontariato quale strumento fondamentale per diffondere la cultura della legalità e costruire la certezza del miglioramento. Basterebbe questa semplice considerazione con cui il magistrato Bruno D’Urso, presidente del GIP del tribunale di Napoli, ha chiuso il lavori che nella mattinata di sabato 17 dicembre presso l’aula consiliare della VIII Municipalità di Napoli a Scampia hanno inaugurato il neonato sportello anticamorra situato proprio al piano terra del plesso municipale.
Alla presenza di un folto pubblico composto per lo più da giovani e giovanissimi il presidente della Municipalità Angelo Pisani ha aperto gli interventi rivendicando la necessita di «ristabilire i binari della legalità rendendo una volta per tutte tangibile la presenza dello Stato». «Uno Stato che da oggi – ha affermato Pisani – in maniera del tutto inedita, con lo sportello anticamorra che apre proprio nel comune, si avvicina concretamente alla cittadinanza offrendo soprattutto ai giovani un valido spazio di aggregazione dove esprimere al meglio le proprie potenzialità e che, grazie alle segnalazioni di alcuni cittadini ha già permesso, con l’intervento delle forze di polizia, di evitare che una scuola abbandonata venisse occupata da un gruppo di spacciatori». «Un risultato – ha concluso Pisani – che, al di là dell’apertura stessa dello sportello, deve rappresentare uno degli esempi positivi da cui partire per parlare di legalità, evitando che se ne discuta solo a valle di episodi tragici».
Episodi come quelli della morte di Gelsomina Verde o di Antonio Landieri, vittime innocenti della camorra ricordate alla presenza dei familiari intervenuti, da Geppino Fiorenza, referente regionale di Libera, chiamato a moderare i lavori che oltre all’apertura dello sportello anticamorra hanno salutato la contestuale apertura del presidio Libera Scampia. «Parlare di queste tragedie così come dei tanti problemi di natura criminale che affliggono realtà come Scampia – ha spiegato Fiorenza – è compito fondamentale di quella buona stampa alla quale però è demandato il ruolo ancor più importante di diffondere il messaggio positivo racchiuso in incontri come quello odierno e nei risultati come quelli citati dal presidente Pisani, affinché si eviti che questi territori siano omologati come terre di camorra».
«Tuttavia parlare di giusto e sbagliato non può bastare a diffondere la cultura della legalità – chiosa Fiorenza – ma occorre educare soprattutto i giovanissimi ad intraprendere percorsi di cittadinanza responsabile lungo i quali diventa cruciale l’opera prestata dagli attori dello sportello anticamorra». Come quella puntualizzata dallo stesso Fiorenza di Ciro Corona, ideatore dello sportello e fondatore dell’associazione (R)esistenza anticamorra, da anni impegnato in quella che lui stesso definisce «non un’attività anticamorra, che è svolta egregiamente dalle forze dell’ordine, ma di un’opera di prevenzione e diffusione di modelli di legalità a 360 gradi, dalla denuncia, alla semplice segnalazione, alla costituzione di vere e proprie cooperative sociali di inserimento lavorativo e di tutte le attività promosse dai soggetti chiamati ad utilizzare uno sportello che ha motivo di esistere solo se abitato dalle forze dell’ordine, dalle scuole, dai cittadini, dalle associazioni e da tutta la rete civica che deve sostenere e accompagnare questo progetto nella sua costante ricerca di sbocchi sociali e professionali rivolti soprattutto ai cosiddetti soggetti a rischio affinché non diventino manovalanza camorristica».
Categorie quelle chiamate in causa da Corona tutte splendidamente rappresentate durante la mattinata, grazie agli interventi di Francesco Verde, fratello di Gelsomina, impegnato con l’associazione “Progetto per la vita” in attività di animazione nei reparti di pediatria degli ospedali, del dirigente di polizia Michele Spina che ha sottolineato l’enorme importanza che lo sportello assume nell’ambito di un ampio contrasto all’azione che quotidianamente un’esigua quota di popolazione che vive nell’illegalità impone con violenza alla stragrande maggioranza fatta di cittadini onesti privati in alcuni casi persino della possibilità di rientrare liberamente alle proprie abitazioni perché costrette a chiedere il permesso alla sentinella di turno dei clan impegnati nello spaccio di droga.
Significativo l’intervento di Simmaco Perillo, rappresentante della cooperativa “Al di la dei sogni”, autore tra gli altri del famoso Pacco alla camorra, ricca confezione di prodotti provenienti dai terreni confiscati che rappresenta la massima espressione dei risultati raggiungibili attraverso il recupero di soggetti svantaggiati insieme ai quali ha sottolineato Perillo «…quello che facciamo non è straordinario, quello che facciamo è cercare una normale quotidianità». «Quotidianità che va perseguita – ha aggiunto Antonio D’Amore, responsabile provinciale di Libera – soprattutto cercando di sovvertire quel subdolo menefreghismo di quanti credono che un problema come quello della camorra non sia affare loro, impiantando quel prezioso spirito di corresponsabilità da portare avanti al grido di “c’a putimm’ fa”».
Un augurio, il ce la possiamo fare, invocato da D’Amore che lo stesso responsabile dell’associazione di Don Ciotti, ha celebrato donando in maniera simbolica le tessere di Libera agli undici componenti della squadra di calcio giovanile di Scampia intervenuti all’incontro con le maglie che recavano impresso il marchio dell’associazione (R)esistenza anticamorra nel quale, il responsabile della squadra Walter Conte, ha individuato un simbolo fondamentale non solo per testimoniare la vicinanza all’impegno di Ciro Corona, ma per portare in giro un strumento fondamentale per restituire la giusta dignità non solo ai giovani calciatori ma ad un intera popolazione.
Vincenzo Viglione