Al Policlinico Federico II di Napoli inserito ad un bambino di 10 anni il più piccolo monitor cardiaco senza intervento chirurgico Il più piccolo sistema di monitoraggio cardiaco esistente al mondo è stato utilizzato per la prima volta in Campania presso il Centro Specializzato di Cardiochirurgia del Policlinico Federico II, diretto dal professore Carlo Vosa, per controllare il cuore di un bambino di 10 anni. Il nuovo sistema di registrazione (Reveal Linq) ha dimensioni ridottissime come una pila ministilo di 3 gr. ed è particolarmente indicato per bambini vittime di sincopi la cui causa è difficile da diagnosticare con certezza con le routinarie indagini strumentali. Il sistema è in grado di funzionare per 3 anni comunicando da casa ogni giorno l’elettrocardiogramma al Centro Specializzato. L’applicazione del dispositivo è stata eseguita dall’equipe di cardiostimolazione composta da Maurizio Santomauro, Luigi Matarazzo, Giuseppina Langella. L’inserimento del minuscolo monitor cardiaco è avvenuto con una procedura minimamente invasiva, tramite una puntura sotto pelle nella zona pettorale sinistra, senza necessità di anestesia e di punti di sutura, consentendo al bambino di lasciare l’ospedale dopo poche ore. Alla mamma è stato contemporaneamente consegnato un monitor esterno di telemedicina MyCareLink che, posizionato presso l’abitazione del bambino, consentirà di trasmettere i dati direttamente all’ospedale , utilizzando la tecnologia cellulare per la telefonia mobile globale, attiva anche dall’estero. Il dispositivo miniaturizzato è impiantabile anche agli adulti , è compatibile con la risonanza magnetica, ha ottenuto il marchio Ce ad ottobre 2013 in Europa ed è in fase di approvazione negli Stati Uniti. Spesso nei bambini la sincope rimane inspiegata in piu’ del 30% dei casi e pertanto non si riesce a curarla. Il piccolo, a cui è stato inserito il nuovo dispositivo, soffriva da oltre 3 anni di svenimenti improvvisi con cadute a terra che ne hanno condizionato fortemente la vita in casa, a scuola e nello sport. L’equipe del prof Vosa spera che con questo nuovo sistema, arrivando rapidamente a una diagnosi, possa decidere la migliore terapia in grado di assicurare una vita normale al bambino.