Un Natale di rigore, in linea con i tempi, quello appena festeggiato dagli italiani. A ulteriore riprova del calo dei consumi arrivano i primi dati sulla raccolta dei rifiuti, che mostrano i cassonetti delle principali città meno pieni di cibo avanzato, bottiglie e carte da regalo rispetto alle festività degli anni scorsi. La flessione natalizia dei rifiuti non si discosta da un trend che ormai pare consolidato.
“Nell’ultimo triennio abbiamo avuto un calo, fino al tonfo del 2011, anno in cui la produzione di rifiuti sembra potersi stimare tra il 4 e il 4,5 percento in meno su base annua con una proiezione di 31,6 milioni di tonnellate”, dice il presidente di Federambiente, la Federazione italiana dei servizi pubblici di igiene ambientale, Daniele Fortini. Il dato è “significativo”, spiega, perché “in altri momenti di crisi economica i rifiuti non avevano accennato a diminuire, mentre in questo caso assistiamo a un decremento che è testimonianza evidente di un calo dei consumi”. La contrazione non ha risparmiato il Natale, periodo in cui tra banchetti luculliani, brindisi e confezioni regalo i cassonetti, di solito, fanno presto a riempirsi.
A Napoli “la produzione di rifiuti nel periodo natalizio è scesa di circa il 5% su base annua, dopo aver registrato una diminuzione del 3% nel Natale 2010”, dice Fortini, che è anche amministratore delegato dell’Azienda servizi igiene ambientale partenopea. Ancora più eclatante il caso di Roma. I camion dell’Ama, la municipalizzata che raccoglie e smaltisce i rifiuti, dal 24 al 26 dicembre hanno caricato 9.488 tonnellate di materiali non riciclabili, con una diminuzione del 10% rispetto al 2010.
Anche considerando l’aumento della raccolta differenziata, che secondo l’Ama è cresciuta quest’anno tra il 2 e il 3 percento, la contrazione resta elevata. E non va meglio al Nord. Al pari delle altre città, anche nella ricca Milano c’é stato meno lavoro per i netturbini. Durante la vigilia l’Amsa ha raccolto complessivamente 1.808 tonnellate di rifiuti, a fronte delle 2.142 del 2010 (-15,6%) e delle 2.384 del 2009. Sulle tavole dei milanesi, poi, non deve essere avanzato molto: le tonnellate di organico messe nei cassonetti a Santo Stefano sono state 32, contro le 40 dell’anno scorso e le 46 del 2009.
La flessione dei rifiuti conferma i dati che vedono gli italiani più attenti al portafoglio sia a tavola, sia sotto l’albero. Secondo Coldiretti, infatti, sono stati spesi 2,3 miliardi di euro in cibi e bevande consumati tra il cenone della vigilia e il pranzo di Natale, il 18% in meno del 2010. E ai tagli non sono scampati nemmeno i regali: ogni italiano, stando al Codacons, quest’anno ha ridotto di 48 euro la spesa destinata ai doni e agli addobbi per la casa.