”Investire sulla scuola significa investire nel futuro del Paese e il Sud in questo momento e una delle parti dell’Italia che ne ha piu’ bisogno”. Lo ha detto Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, a Napoli per un incontro sul Piano d’azione di coesione che ha proprio l’istruzione tra le priorita’. ”La scuola – ha affermato – e’ il momento centrale dello sviluppo”.

Da parte del Governo, ha ricordato il ministro, sono previsti ”interventi di tipo strutturale con grande attenzione a sicurezza e investimento sull’apprendimento e formazione degli insegnanti”. ”In queste settimane – ha aggiunto – abbiamo lavorato con i presidenti e i sindaci del Sud e siamo pronti per un piano di investimenti per i prossimi due anni e mezzo”. ”Gli investimenti sono di circa un miliardo – ha proseguito Profumo – e sono destinati a interventi relativi all’edilizia scolastica, con particolare attenzione alla sicurezza, all’apprendimento”. ”Ci auguriamo di trovare ancora risorse per i progetti su nuove scuole – ha concluso – e questo e’ un primo passo”.’La dispersione scolastica e’ un problema enorme e il Paese deve fare scelte guardando ai territori, alle connessioni con le comunita”’. Ha detto ancora il ministro dell’Istruzione che ha continuato: ”Penso che l’autonomia responsabile sia la strada per affrontare la dispersione – ha affermato – Non si puo’ risolvere partendo da lontano, ma dal territorio”. ”Se riusciremo a consentire ai ragazzi che vengono da aree complicate di avere una permanenza piu’ lunga a scuola – ha sottolineato Profumo – quando usciranno dal sistema scolastico saranno piu’ maturi e forti”. ”Cosi’ forse troveremo una soluzione – ha aggiunto – Ma bisogna lavorare su una filiera piu’ lunga rispetto alla scuola dell’obbligo e che abbia la conclusione nel mondo del lavoro”. Sul versante dell’edilizia scolastica, Profumo ha precisato che ”e’ la prima urgenza, insieme con la sicurezza generale”. ”Dobbiamo anche guardare a una scuola diversa – ha concluso – A me e Barca piacerebbe riuscire a lanciare un progetto che ci consenta di sperimentare un modello di scuola aperta all’interno, non classi e corridoi, ma spazi aperti per i ragazzi”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui