“Se gli errori del passato non possono essere cancellati, possiamo però riconoscere il legame tra il ripristino di siti e monumenti e la futura prosperità delle regioni più povere d’Italia. La conservazione di questi luoghi in tempi di crisi non è un lusso, è un investimento strategico per il futuro dell’economia del Paese e nel contempo consente di tutelare alcuni dei maggiori tesori del mondo. Sono certo che l’Unesco comprenderà lo sforzo enorme che stiamo facendo perché Pompei continui ad essere uno di questi tesori”.
Lo scrive Johannes Hahn, commissario Ue per la Politica regionale, in un intervento pubblicato da Messaggero e Mattino. “Probabilmente è lecito affermare che l’Italia non ha curato il proprio immenso patrimonio culturale e artistico come avrebbe dovuto. Pompei ha sofferto dell’incuria, come testimoniano i vari crolli registrati nel 2011 e 2012, e purtroppo non è l’unico esempio”, rileva Hahn. “Dal Palazzo Reale di Napoli al sito di Sibari in Calabria, passando persino per gli Uffizi e il Colosseo, sono evidenti i segni della trascuratezza e della mancanza di finanziamenti”. Tuttavia “combinando investimenti dell’Ue e rinnovato impegno politico le cose possono cambiare, a livello nazionale e locale. Questo sta già succedendo a Pompei e, anche se è troppo presto per dire che abbiamo salvato il sito, penso che alcune delle critiche mosse non siano più motivate come lo erano un anno fa”, prosegue Hahn. “Nel marzo 2012 abbiamo infatti approvato un ingente progetto per la conservazione di Pompei, sostenuto da fondi Ue per lo sviluppo regionale e da investimenti nazionali, per un bilancio complessivo di 105 milioni di euro”.