Delusione, rabbia, pessimismo, inevitabili divisioni sul passato ma anche la ferma determinazione a proseguire ad oltranza la difesa dell’Irisbus di Valle Ufita, lo stabilimento in provincia di Avellino, dopo gli esiti dell’incontro ieri a Roma.

Nel corso dell’assemblea davanti ai cancelli dell’azienda a cui hanno partecipato trecento tra operai e impiegati ed anche i segretari provinciali del sindacato e’ emersa la decisione di continuare il presidio dello stabilimento e dare vita ”ad ogni ulteriore forma di lotta per costringere Fiat, il governo e il Parlamento ad assumersi le rispettive responsabilita’ nei confronti di un territorio che negli ultimi anni ha subito pesanti penalizzazioni: la chiusura dell’Irisbus, insieme alle pesanti incertezze sulla Fma di Pratola Serra, significherebbero mettere su un binario definitivamente morto il futuro della intera provincia di Avellino”. Dure le critiche rivolte al Governo, assente anche nell’incontro di ieri il ministro Paolo Romani, accusato di ”non avere uno straccio di idee sulle politiche industriali che ha consentito alla Fiat di chiudere tre stabilimenti nel Mezzogiorno” ma anche alle istituzioni locali e regionali”. ”Basta passerelle: sindaci, consiglio provinciale, consiglieri regionali, parlamentari siano conseguenti e coerenti con quanto hanno detto in queste settimane, cominciando concretamente a incalzare il governo sulla riqualificazione del trasporto pubblico locale e a dimettersi da ogni incarico e funzione se, come e’ accaduto fino ad oggi, non dovessero trovare le adeguate risposte”. Nel pomeriggio arrivera’ in Valle Ufita per incontrare i lavoratori in lotta Umberto Ranieri, presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa.

 

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