Due appartenenti al clan Graziano, imparentati con i capi della famiglia omonima, Felice Graziano di 47 anni, attualmente collaboratore di giustizia, sottoposto agli arresti domiciliari e Antonio Graziano, 48 anni in carcere da anni, hanno ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il tribunale di Napoli su richiesta dei pm della Direzione distrettuale antimafia, in quanto accusati di avere commesso l’omicidio di Nunziante Scibelli e di avere ferito sua moglie e Cava Antonio.

L’omicidio e il duplice ferimento avvennero il 30 ottobre del ’91 in localita’ Ima nel comune di Lauro. L’omicidio e i due ferimenti avvennero nell’ambito della ultra trentennale faida tra il clan Graziano e il clan Cava, entrambi attivi a Quindici e a Vallo di Lauro, piccoli centri dell’Avellinese. Appartengono al clan Graziano gli indagati, **non avevano alcun legame con la camorra Nunziante Scibelli e la moglie mentre era legato al clan Cava il secondo ferito Antonio Cava**. Antonio Graziano era gia’ in carcere, sottoposto al regime del 41bis a seguito della sentenza irrevocabile di condanna a 30 anni di carcere in quanto ritenuto responsabile della cosiddetta strage delle donne, avvenuta a Vallo di Lauro, dove furono uccise tre donne del clan Cava.Spiegano in Procura che “la dura contrapposizione tra i due piu’ importanti gruppi criminali presenti nel Vallo di Lauro e’ rappresentata dai tristi eventi di cronaca che, a partire dal 1982, si sono verificati in quel territorio ai danni dell’una e dell’altra fazione”. Nel corso di questi anni si sono verificati numerosi omicidi e tentati omicidi, commessi con modalita’ di tipo camorristico, finalizzati alla conquista della supremazia territoriale e mossi dalla sete di vendetta. L’agguato contro Scibelli, sua moglie e Antonio Cava e’ condotto “con particolare ferocia e determinazione”, scrivono alla Dda, i sicari esplosero oltre cento colpi di kalashnikov e pistole. Scibelli era una vittima innocente della faida Cava-Graziano in quanto incensurata ed estranea alla camorra. I feriti restarono sull’asfalto in gravi condizioni: la moglie della vittima, Francesca Cava era incinta. Scibelli, spiegano i pm, fu ucciso per un tragico errore dei killer, oggi arrestati. La sua auto infatti viaggiava a poca distanza dall’auto blindata a bordo della quale si trovavano gli obiettivi reali dei sicari, Antonio Cava, che rimase leggermente ferito e il cugino Aniello Grasso entrambi legati alla cosca dei Cava. Le indagini che hanno condotto al nuovo arresto dei due killer, svolte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Avellino, si sono basate su dichiarazioni autoaccusatorie dei collaboratori di giustizia, lo stesso Felice Graziano, gia’ elemento di rilievo del clan Graziano e di Antonio Scibelli. Alle dichiarazioni si sono poi aggiunte le attivita’ gia’ svolte nel ’91 sul nuovo dell’omicidio poi analizzate con le nuove metodiche scientifico-investigative.

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