Sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco i corpi di due dei sei dispersi del naufragio della Bayesian. Proseguono senza sosta le operazioni di ricerca degli altri dispersi con l’impiego di risorse navali, aeree e subacquee. I sub stanno infatti operando con l’ausilio di un ulteriore veicolo subacqueo a controllo remoto Rov. Dopo avere sentito il comandante della Bayesian, James Cutfield, in queste ore i pm di Termini Imerese e i militari della Capitaneria di Porto stanno sentendo gli altri membri dell’equipaggio e i passeggeri sopravvissuti. Le loro testimonianze per cercare di ricostruire quanto successo nel corso del naufragio della barca a vela nel mare di Porticello. Da chiarire cosa sia successo che abbiamo provocato l’inabissamento della nave in pochissimi minuti. Intanto per le ricerche sono arrivati altri sub compresi i sommozzatori che hanno preso parte alla ricerche della strage della Concordia, la nave da crociera avvenuto la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. In questo modo potranno essere intensificate le immersioni per cercare di raggiungere le cabine che si trovano nella parte bassa dello scafo. Il “robot” è capace di operare sul fondale marino fino ad una quota di 300 metri e un’autonomia tra le 6 e le 7 ore. Il dispositivo messo in campo dalla Guardia Costiera, dotato di un’avanzata tecnologia che permette di indagare i fondali e di registrare video e immagini dettagliate, punta a fornire elementi utili e puntuali per ricostruire la dinamica dell’incidente a beneficio della Procura della Repubblica di Termini Imerese. Questa mattina si è svolto un nuovo breafing a Porticello tra vigili del fuoco, capitaneria di Porto e diversi tecnici e ingegneri per fare il punto della situazione. Le immersioni dei sub sono riprese subito dopo la riunione. Il relitto dello yacht, di proprietà del magnate britannico Mike Lynch che figura tra i dispersi con la figlia Hannah, il presidente di Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, e sua moglie, tutti e quattro cittadini britannici, e l’avvocato americano Christopher Morvillo (legale di Lynch) con la consorte, è adagiato sulla fiancata di dritta, a una profondità di circa 50 metri. Secondo una prima ispezione esterna, lo scafo non presenterebbe falle e l’albero maestro in alluminio, alto 75 metri, sarebbe integro. Ad attirare l’attenzione dei sub è stata anche la grande deriva mobile dell’imbarcazione, parzialmente sollevata perché il veliero si trovava in rada. Il pescaggio in assetto di navigazione del cosiddetto corpo morto, che nel caso del Bayesian è di circa dieci metri, mira i infatti ad assicurare stabilità all’imbarcazione. Il sollevamento della deriva potrebbe quindi avere in qualche modo favorito il repentino affondamento dello yacht, avvenuto secondo le riprese di alcune telecamere del litorale, nel giro di un minuto. Intanto gli speleo sommozzatori, dopo essere riusciti ieri ad aprirsi un varco nello scafo, avrebbero già ispezionato la cabina armatoriale ma senza alcun esito. Adesso dovrebbero proseguire i controlli nelle cabine dei passeggeri, dove verosimilmente potrebbero essere rimasti intrappolati i sei dispersi. Un’operazione complessa anche per il poco tempo a disposizione, circa 12 minuti tra l’immersione e la risalita in superficie, a causa del periodo necessario di decompressione. Le speranze di trovare ancora qualcuno vivo sono pressoché nulle, ma i familiari si attaccano a qualsiasi speranza, anche la più improbabile, come quella che all’interno dell’imbarcazione si sia creata “una bolla d’aria” che potrebbe aver salvato le vite dei loro congiunti. Lo riportano i media britannici, riprendendo un’ipotesi evocata come possibile nelle loro ricostruzioni dai “soccorritori italiani”. Un fratello di Bloomer, Jeremy, intervistato dalla Bbc, rifiuta in ogni caso di arrendersi al peggio, almeno fino a quando i cadaveri non saranno recuperati. L’operazione dei subacquei è una procedura inevitabilmente “lenta”, ha riconosciuto Jeremy Bloomer. “Potrebbero essersi formate sacche di aria, ma non lo sappiamo – ha poi aggiunto -. Per questo è ancora tempo di aspettare e sperare, tenendo le dita incrociate”. E’ durato oltre due ore l’interrogatorio di James Catfield, 51 anni, il comandante del Bayesien, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello (Palermo) poco prima dell’alba di lunedì scorso mentre imperversava una violenta tromba d’aria. I pm della Procura di Termini Imerese, che ha aperto una inchiesta sul naufragio, lo hanno ascoltato ieri fino a tarda sera per ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini. Gli interrogatori proseguono anche oggi, i magistrati stanno sentendo tutti i sopravvissuti all’interno del resort Domina-Zagarella. “Una tragedia” degna di William Shakespeare, sommo bardo della letteratura inglese. Così l’imprenditore Brent Hoberman commenta oggi dagli schermi di Sky News la sorte di Mike Lynch, disperso con altre 5 persone (inclusa una delle sue figlie) nell’affondamento al largo della Sicilia del suo mega yacht Bayesian. Affondamento arrivato durante il viaggio con cui Lynch, tycoon dell’ hi-tech ribattezzato a suo tempo il ‘Bill Gates britannico’ e guru della sicurezza informatica collegato col mondo dei servizi segreti, intendeva celebrare la sua recente assoluzione contro ogni pronostico di fronte alla giustizia americana nell’ambito di una dura battaglia legale durata 12 anni con il colosso Usa Hewlett-Packard. Hoberman, amico di Lynch da 28 anni, racconta la figura dell’amico confessando di avergli chiesto anni fa, poco prima della sua estradizione in America, perché non fuggire in un Paese privo di accordi giudiziali con Washington. “‘Perché sono innocente'”, mi rispose,” a dispetto delle scarsissime possibilità di assoluzione che gli venivano allora accreditate. “Che odissea – commenta ora Hoberman -, questa è una sorta di tragedia shakespeariana per qualcuno che ha speso 12 anni della propria vita a difendere il suo nome e, avendolo appena riabilitato, va in viaggio per festeggiare assieme a coloro che lo hanno aiutato (a vincere il processo), ma la cui barca viene investita da un disastro di quelli che capitano una volta su un milione”. Un destino ingiusto, conclude l’imprenditore amico, aggrappandosi ora alla speranza di “un clamoroso secondo atto” e dicendo di “pregare per un miracolo: Dio, che gran finale sarebbe”.

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