Verrà abbattuto il bunker sotterraneo di Michele Zagaria, dove il superboss del cartello dei Casalesi fu preso dopo 16 anni di latitanza. Il Comune di Casapesenna intendeva riutilizzarlo, mentre l’Agenzia dei Beni confiscati alla Mafia voleva che venisse demolito. La svolta pochi mesi fa, a giugno, quando dopo un vertice tra Regione Campania e l’amministrazione comunale si era arrivati alla decisione di distruggere il bunker. La Giunta regionale ha approvato il protocollo d’intesa tra Regione Campania e ministero dell’Interno e il relativo finanziamento (a carico della Regione). L’intervento, che verrà effettuato il prossimo 16 gennaio dai Vigili del Fuoco di Caserta, prevede il tombamento definitivo del nascondiglio del superboss. All’epoca dell’arresto Michele Zagaria, considerato il capo assoluto del cartello dei Casalesi, era latitante da 16 anni: era ricercato dal 1995. Un anno prima era stato arrestato Antonio Iovine, altro superboss dei Casalesi, scovato dopo 14 anni a Casal di Principe. “Capastorta” fu individuato in un covo sotterraneo di via Mascagni, a Casapesenna, costruito al di sotto dell’abitazione dell’idraulico Vincenzo Inquieto; grazie a un sistema di aerazione il covo veniva rifornito di aria respirabile e tramite una rete di citofoni, il superboss comunicava sia con Inquiento sia con gli affiliati.

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