Nuovi dettagli stanno emergendo nell’indagine che vede coinvolti personaggi di amministrazioni comunali e dell’imprenditoria e ancora una volta il punto focale è Carlo Savoia, considerato il dominus di un sistema ben oleato per l’aggiudicazione di appalti nel settore dei rifiuti e non solo. A finire sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti questa volta è stato un appalto per lo smaltimento della frazione organica dei rifiuti nel Comune di Recale che la ditta di Savoia, la Xeco, si è aggiudicata a discapito della Ambiente Spa. In particolare, come specificato in una nota dei carabinieri dei Noe, si tratta di un appalto per la somma complessiva di 39.950€. 50€ appena sotto la soglia massima dei 40.000 consentita dalla legge per l’aggiudicazione diretta. E sempre nella stessa nota è evidenziato come la stessa Xeco fosse sprovvista di qualsiasi autorizzazione a trattare “l’umido”. Ma non è venuto fuori solo questo nelle ultime ore. Dai risultati delle intercettazioni telefoniche ed ambientali è sempre più consistente l’ipotesi del coinvolgimento di Paolo Galluccio, ex assessore al Comune di Aversa. Nel giugno del 2017 Galluccio incontra Savoia in piazza Municipio, di fronte alla casa comunale e i due si intrattengono per alcuni minuti. Poi, dopo l’incontro, Savoia manda un messaggio ad un suo collaboratore in cui gli gira il numero di Galluccio e gli dice di organizzare un incontro con quello che oggi è ex assessore. Dopo una settimana Savoia va al Consorzio Cite di Salerno dove incontra Carmine Gallo e la conversazione è pregna di elementi molto importanti. Forse in seguito a quanto illustrato, Savoia dice: “Questo”, al ché Gallo replica: “Che significa il 3% sul rapporto contrattuale?”. Savoia risponde che “E’ normale”. E poi “tutto mensile. La linea è sempre la stessa. Lui vuole un incontro con noi”. E Gallo: “Dipende da quanto ci fa guadagnare”. Il ‘lui’ secondo i titolari dell’indagine potrebbe essere proprio Galluccio. In un messaggio inviato il 31 dicembre 2017 da Savoia a Galluccio tutto sembra presupporre che già si conoscesse l’esito del bando di affidamento del servizio di raccolta rifiuti ad Aversa, in favore del Consorzio Cite. “Auguri, auguri, auguri, auguri. Hai portato un bel pesce? Cioè bello grande, così lo fai alzare. Hai portato una bella bottiglia champagne per festeggiare? Il 2017“. E infatti dopo pochi giorni l’affidamento diventa pubblico: Cite si aggiudica il servizio. A rompere le uova nel paniere però è la SUA (Stazione Unica Appaltante) che blocca tutto a seguito della rescissione del contratto con lo stesso Cite, per una serie di inadempienze, da parte del Comune di Orta di Atella.

L’indagine, tutt’altro che conclusa, è partita da una serie di appalti nel settore rifiuti e nell’installazione e gestione delle ‘casette dell’acqua’ in cui i primi ad esserne investiti furono il sindaco di Caserta Carlo Marino, che dovette dimettersi dalla presidenza dall’Ato rifiuti una ventina di giorni dopo averne assunto la guida, l’ex dirigente in pensione sempre al comune di Caserta Marcello Iovino ed altri amministratori comunali ed ex tra cui Paolo Galluccio. Il perno principale di tutto lo scandalo che ha travolto molti comuni nel territorio a cavallo tra le province di Napoli e Caserta, come detto, è Carlo Savoia. Altro personaggio sul quale si potrebbero aprire a breve ulteriori inediti scenari è Denis Baldan, imprenditore vicentino proprietario di due siti di smaltimento rifiuti non pericolosi e, per l’attività svolta, in contatto con molte amministrazioni comunali. Già citato nell’indagine per degli affari che lo avrebbero legato a Savoia ed averlo favorito illecitamente nel trasporto dei rifiuti verso il nord.

Luigi Viglione

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