Resterà in carcere Nicola Cosentino, ex sottosegretario del Pdl detenuto da oltre due anni in regime di carcerazione preventiva. Lo ha stabilito il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, prima sezione collegio B, davanti al quale pende il processo cosiddetto “Carburanti”, che vede imputato Cosentino per estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa. Il collegio ha respinto la richiesta di sostituzione della misura cautelare in carcere con gli arresti domiciliari fuori regione avanzata dai legali Stefano Montone e Agostino De Caro; una decisione che “neutralizza” le pronunce favorevoli a Cosentino emesse nei mesi scorsi da altri due collegi dello stesso tribunale, tra cui quello in cui l’ex politico è imputato per concorso esterno in associazione camorristica (processo “Eco4”). I legali di Cosentino criticano duramente l’ultima decisione. “Cosentino poteva, come hanno fatto altri, fuggire, utilizzare la politica come clava nei confronti dei giudici, rallentare a suo piacere i processi; invece, si è costituito in carcere una volta cessata la funzione di deputato, si è sempre difeso con grande correttezza nel (e non dal) processo, ha, in modo inusuale, contribuito ad accelerare i tempi dei processi. Ci chiediamo legittimamente quale ragionevolezza vera permanga in una scelta di trattamento carcerario così duro verso un cittadino che la Costituzione impone di presumere innocente” concludono.

 

 

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