Dopo 20 anni, grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Luigi e Alfonso Diana, di Domenico Bidognetti e di Francesco Cantone, svelato il movente dell’omicidio di Benito Corvino, commesso per vendetta su ordine del clan dei Casalesi, in viale Carlo III a Marcianise il 25 giugno del 1992. I carabinieri di Caserta hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Napoli, nei confronti del boss ergastolano Francesco Bidognetti, detto ‘Cicciotto e mezzanotte’ rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Parma, e Armando Letizia, affiliato storico del clan dei Casalesi, gia’ detenuto a Santa Maria Capua Vetere.

L’omicidio era stato erroneamente attribuito alla guerra di camorra allora in corso nell’area marcianisana tra i contrapposti gruppi camorristici Belforte e Piccolo. La vendetta di Letizia, invece, affondava le sue radici nel 1970, anno in cui Olga Caterino uccise, per motivi passionali, a colpi d’arma da fuoco suo marito Ferdinando Letizia, fratello di Armando, nonche’ amico di Francesco Bidognetti. La donna aveva scoperto che il marito intratteneva una relazione extraconiugale. Armando Letizia si era convinto, nel corso degli anni, che Olga Caterino non avesse la capacita’ di commettere il delitto in maniera autonoma e penso’ che ad aiutarla nei suoi propositi fosse stato il cugino, Benito Corvino appunto, fornendole un’arma e facendola esercitare nel mirare e sparare. A quel punto si decise e si esegui’ il delitto.

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