Le ragioni di un no. L’Associazione Volontari Interforze e Cittadini di Cesa, facente parte del Coordinamento Comitati Fuochi e da tempo impegnata nella lotta per la salvaguardia dell’ambiente, spiega attraverso un comunicato le sue perplessità in merito ai recenti atti del governo relativi alla Terra dei fuochi. “Come molti sapranno, è stato convertito in legge il decreto 136/2013, quello che doveva essere solo l’inizio di un percorso virtuoso ma come spesso accade in Italia, purtroppo, gli inizi coincidono anche con la fine”.

“Entrando nel merito, appaiano preoccupanti le aggiunte come il comma 4 dell’art. 2 bis che introduce la possibilità che i controlli sugli appalti pubblici siano effettuati “anche in deroga a quanto previsto dal codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159” che per chi non lo sapesse, è il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia. Che significa? Forse che un’azienda in odore di camorra potrebbe avere un appalto per la bonifica? Vogliamo parlare del Decreto “Destinazione Italia”? In Europa vige il principio del “chi inquina paga”, in Italia NO, infatti con il predetto decreto, in materia di bonifica e ripristino dei siti inquinati, si dispone di concedere incentivi fiscali e cancellare ogni altro onere di riparazione/bonifica per quelle aziende che, dopo aver inquinato, si dovessero impegnare nelle bonifiche. La nostra paura sta per diventare realtà: chi ci ha avvelenato in tutti questi anni, incasserà anche i soldi delle bonifiche. Basta farse e prese in giro, noi vogliamo VIVERE!”.

 

 

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