È stato dimesso dall’ospedale Cto di Torino Paolo Origliasso, il padre di Laura, la bimba di cinque anni morta nello schianto di un veicolo delle Frecce Tricolori ieri a San Francesco al Campo (Torino). L’uomo è uscito su un’auto dei carabinieri e ha raggiunto il vicino ospedale infantile Regina Margherita, dov’è ricoverato nel reparto di rianimazione l’altro figlio di dodici anni, anche lui rimasto ferito nell’incidente. Resta al Cto la mamma della piccola. Ha trascorso una “notte tranquilla” nell’ospedale infantile Regina Margherita, a Torino, il dodicenne coinvolto nello schianto di una Freccia Tricolore a San Francesco al Campo. Lo riferiscono fonti sanitarie. Il ragazzo – ricoverato con ustioni che hanno interessato quasi il 30% della superficie corporea – ha cominciato stamani il graduale risveglio dalla sedazione. Le condizioni cliniche del dodicenne sono definite “buone”. “Lo stato generale – osservano dall’ospedale – non lascia preoccupati i medici, al netto delle ustioni che seguiranno il loro percorso di cura”. E’ stato attivato un supporto psicologico con l’assistenza di una specialista di casi pediatrici. “Sono sconvolta da quanto è accaduto nell’aeroclub di Caselle a Torino durante un’esercitazione delle Frecce Tricolori. La morte della piccola Laura Origliasso in seguito al terribile schianto di uno dei velivoli della Pattuglia Acrobatica Nazionale mi addolora profondamente e mi lascia senza parole. A nome mio e di tutto il governo esprimo vicinanza e cordoglio alla famiglia della bimba deceduta e rivolgo i miei auguri di pronta guarigione ai suoi genitori, e al suo fratellino rimasti feriti in questa tragedia”. Lo dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La giornata di festa da passare con lo sguardo incollato al cielo si trasforma in dramma. Un velivolo delle Frecce Tricolori si schianta al suolo, esplode e coinvolge una famiglia di passaggio in automobile. Una bimba di cinque anni perde la vita, mentre il fratello di dodici anni, insieme alla mamma e al papà, finiscono in ospedale. Anche il pilota dell’aereo, che si è salvato attivando il dispositivo di espulsione dalla cabina un istante prima dell’impatto, viene ricoverato. Nessuno è in gravi condizioni. La tragedia poco prima delle 17 nei pressi dell’aeroporto di Torino-Caselle, da dove la pattuglia era appena decollata alla volta di Vercelli. Doveva partecipare a un air-show ed era attesa da non meno di quattromila spettatori. Domani, invece, sarebbe stata il piatto forte di una kermesse di due giorni organizzata dall’aeroclub di Torino per il centenario della fondazione dell’Aeronautica Militare. Un incidente che poteva essere doppio: sulla stessa pista si è sfiorata infatti una tragedia analoga quando un velivolo, durante l’atterraggio, si è conficcato con la punta al suolo: i due piloti sono però rimasti fortunatamente illesi. Sul luogo dell’incidente è arrivata Gabriella Viglione, capo della procura di Ivrea, che già conduce le indagini sull’incidente ferroviario di Brandizzo dello scorso 30 agosto. L’aereo è caduto nel territorio del Comune di San Francesco al Campo, che si trova nella vastissima sfera di competenza degli uffici giudiziari eporediesi falcidiati dalla penuria di personale. Una prima ipotesi parla dell’urto dell’apparecchio con uno stormo di uccelli. Un ‘bird stroke’, come si dice in gergo. Il velivolo, chiamato Pony 4, stava sfrecciando con quattro compagni in una formazione a triangolo di cui occupava l’ultimo posto della ‘coda’ di sinistra. Il pilota alla cloche, il maggiore Oscar Del Do’, avrebbe comunicato al caposquadra di avere un problema al motore e di doversi sganciare. L’apparecchio – si vede dai video subito circolati in rete – procede inizialmente in linea retta, poi all’improvviso diventa ingovernabile e perde quota. E’ una questione di frazioni di secondo. Subito prima che il muso punti verso il suolo il maggiore si lancia nel vuoto. Mentre il paracadute si apre, Pony 4 picchia per terra, esplode e continua a strisciare a folle velocità in una coltre di fumo e di fiamme. In quel momento sulla strada che costeggia il perimetro dell’aeroporto sta passando un’automobile con una famiglia diretta verso casa, a San Francesco al Campo. “Ho sentito un grosso rumore”, dirà in seguito il papà. Non è ancora chiaro se c’è stato un contatto con l’aereo. In ogni caso la vettura esce dalla carreggiata, si ribalta e si incendia. La bimba muore. Il fratellino dodicenne riporta ustioni di secondo grado su circa il 15% della superficie corporea. Lo portano all’ospedale infantile Regina Margherita, dove arriva cosciente. Non ha lesioni considerate ‘importanti’ dai medici ma in ogni caso lo sedano e lo ricoverano in rianimazione. La prognosi non viene sciolta. Con lui c’è la mamma, che però viene trasferita al Cto: le sue ustioni (12-13%) sono concentrate sul braccio destro. Il padre, quarantanovenne, ha ustioni sul 4% del corpo in prevalenza sul palmo della mano sinistra; la prognosi per lui è di 20 giorni. Dal mondo della politica arrivano messaggi di dolore e di cordoglio. Fra i componenti del governo intervengono i ministri Francesco Lollobrigida, Gilberto Pichetto, Paolo Zangrillo. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si dice “attonito”. Il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, parla di “tragedia sconcertante”, mentre il Pd annulla tutti gli eventi in programma alla festa dell’Unità nel capoluogo piemontese in segno di lutto. Voci critiche sono quelle di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Prc, che definisce le Frecce Tricolori “uno spreco di soldi dannoso, diseducativo, e purtroppo anche pericoloso”, e di Luana Zanella, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra per la quale le esibizioni della pattuglia “dovrebbero essere abolite”.