Un affare da 2 milioni di euro per i clan grazie alle aste giudiziarie divenute, come si è scoperto in diverse inchieste della Dda di Napoli, uno strumento formidabile per accedere all’acquisto di beni immobili in modo “pulito” riciclando denaro sporco. Il blitz della Compagnia dei carabinieri di Marcianise, congiuntamente alla locale stazione dell’Arma, nella zona Laghetto di Orta di Atella potrebbe squarciare il velo di Maya su un complesso immobiliare diviso in due lotti e composto da 35 appartamenti. I due palazzi in realtà sarebbero nella disponibilità della criminalità organizzata, nello specifico nelle mani di un potente clan di Sant’Antimo. La mega struttura è stata aggiudicata all’asta nel maggio 2023 per un importo di circa 700mila euro alla Real Estate, società riconducibile a Massimo Landolfo. Il 33enne è finito in manette nell’ambito della maxi retata dell’Antimafia partenopea che ha decapitato la nuova alleanza di camorra tra i clan Di Lauro, Licciardi e Vinella Grassi a Secondigliano. Nell’operazione furono arrestate e indagate ben 41 persone tra camorristi, imprenditori e colletti bianchi. In cella fu condotto anche il noto cantante neomelodico Tony Colombo. Non a caso le indagini dei carabinieri della Compagnia di Marcianise e della stazione di Orta di Atella sarebbero finalizzate proprio a risalire ai veri acquirenti del complesso immobiliare nella zona Laghetto, già finita nel mirino della camorra negli anni del boom edilizio. Gli inquirenti sono impegnati a scoprire l’origine dei proventi, ben 700mila euro, probabilmente illeciti, “investiti” per aggiudicarsi l’asta. Nella rete della giustizia potrebbe finire anche il curatore della struttura. Chi ha consegnato le chiavi alla Real Estate di Landolfo senza il decreto di trasferimento definitivo del bene? La brillante operazione dei militari della Compagnia di Marcianise e di quelli di Orta di Atella ha bloccato i lavori di completamento dei 35 appartamenti, opere in corso nonostante la licenza fosse scaduta da tempo. In poche ore è scattato il sequestro dell’intero complesso immobiliare. Secondo gli investigatori l’acquisto dei due lotti tramite asta sarebbe finalizzato a “ripulire” i proventi illeciti dei clan. Il valore di mercato della struttura ammonta a circa 2 milioni di euro. Un business che grazie all’intervento dei carabinieri e al lavoro degli inquirenti è destinato a fallire. Menomale.

Mario De Michele

GLI IMMOBILI SEQUESTRATI


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