Il feretro del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, avvolto nel Tricolore è arrivato in piazza Montecitorio. Viene scortato dai corazzieri. A breve nell’emiciclo della Camera si svolgeranno i funerali laici di Stato. Ad aprire gli interventi in Aula saranno il presidente della Camera, Lorenzo Fontana e il presidente del Senato Ignazio La Russa. Applausi dei cittadini hanno accolto il feretro in piazza Montecitorio. Ai lati del piazzale ci sono alcuni cittadini, altri vicino al maxischermo allestito nella piazza. Diverse persone stanno seguendo la diretta dei funerali del presidente emerito Giorgio Napolitano da un maxi-schermo posizionato a piazza Capranichetta, attigua a Montecitorio. Foto e mano sul cuore per alcuni di loro all’inno di Mameli. Clio Napolitano ha accolto il feretro del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, all’entrata del palazzo di Montecitorio. La moglie dell’ex capo di Stato, di 88 anni e su una sedia a rotelle, sta seguendo il feretro accompagnata da un parente. In Aula a Montecitorio si alzano tutti in piedi quando il feretro di Giorgio Napolitano arriva sulla piazza. La cerimonia esterna è infatti seguita attraverso i due monitor dell’emiciclo. Molti parlamentari sono sull’attenti finché il feretro non fa il suo ingresso nel palazzo dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli. Per oltre 10 minuti l’assemblea rimane in piedi. Il feretro del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è stato portato nella sala dei ministri alla Camera, accompagnato dalla moglie Clio e dai familiari. Durante il passaggio in transatlantico, in un silenzio rotto solo dagli scatti dei fotografi e dal messaggio ricevuto da un telefonino, gli hanno reso omaggio le massime autorità italiane e i rappresentanti degli Stati stranieri, schierati sul lato del tappeto rosso: il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, il presidente della Repubblica Sergio Napolitano, con a fianco il presidente della Repubblica federale di Germania Frank-Walter Steinmeier, e a seguire il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente emerito della Repubblica francese Francois Hollande, gli altri alti rappresentanti esteri, e a chiudere la fila la premier Giorgia Meloni e la presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra. Nella sala dei ministri, da programma, prima delle esequie laiche in Aula, i capi di Stato esteri si avvicendano per un momento di raccoglimento. “Saluto con grande affetto la signora Clio e tutti i suoi familiari. Con Napolitano scompare una delle figure più rilevanti della storia della Repubblica”: Lo afferma il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Il Presidente Napolitano ha sempre rivendicato – con orgoglio – la propria storia politica, le proprie radici, i valori in cui ha creduto. Come ho ricordato in Aula, in occasione dei suoi 70 anni di attività parlamentare, Giorgio Napolitano è stato testimone di una cultura che si fa politica e di una cultura politica che si fa istituzione. Da Capo dello Stato ha guidato la Nazione, riconoscendosi in quei valori che sono le fondamenta della nostra Carta Costituzionale. Certo, come tutti i grandi leader, ha avuto nell’agone politico confronti e contrasti, anche duri”. Lo afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa. “Viviamo questo momento in spirito di unita e condivisione”. Lo ha detto Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito della Repubblica, durante la cerimonia per i funerali di Stato nell’Aula della Camera, ringraziando le autorità presenti e i cittadini che nei giorni scorsi hanno visitato la camera ardente. Napolitano “ha combattuto buone battaglie e sostenuto cause sbagliate”, ha detto il figlio, ripercorrendo il suo l’impegno politico e istituzionale. “Giorgio Napolitano era un leader e un politico e un uomo formidabile premuroso e pieno di attenzioni, era sempre presente per noi, ascoltava i nostri problemi in modo partecipe e e comprensivo nonostante fosse già occupato con i problemi del Paese”. Lo ha detto tra le lacrime Sofia Napolitano durante la cerimonia in Aula alla Camera. “Ci scriveva sempre, anche quando non sapevamo ancora leggere, ci telefonava quando vedeva dei cartoni in televisione che pensava ci sarebbero piaciuti. Ci veniva a prendere a scuola e ci portava a villa Borghese per un gelato. Ha sempre trovato il tempo per me e Simone, nonostante i suoi impegni”, ha detto Sofia Napolitano. “I consigli che ci ha dato ci fanno sentire fiduciosi in noi stessi quando dobbiamo affrontare scelte personali”. “Pochi ricordano poi che, sempre, farà riferimento alla questione politica del ruolo e della condizione delle donne italiane”. L’ha detto Anna Finocchiaro, presidente della Fondazione Italiadecide, nell’intervento ai funerali laici dell’ex capo dello Stato, Giorgio Napolitano in corso a Montecitorio. Poi ha aggiunto un episodio legato agli anni in cui Napolitano era presidente della Camera, dal 1992 al ’94: “Nel febbraio del ’93 oppone l’immunità di sede alla Guardia di finanza delegata dalla procura di Milano all’acquisizione di atti (peraltro già pubblici), nel maggio convoca la Giunta per il regolamento per rendere palese il voto sulle autorizzazioni a procedere. Non serve commentare”. Con la morte di Giorgio Napolitano “si chiude anche un capitolo tormentato e complesso di questa storia: dopo Berlusconi, Napolitano, a tre mesi uno dall’altro. Mi piace immaginare che incontrandosi lassù possano dirsi quello che non si dissero quaggiù e, placata ogni polemica, possano chiarirsi e ritrovarsi nella luce”. Lo ha detto Gianni Letta, intervenendo al funerale del presidente emerito della Repubblica in Aula alla Camera. “Di fronte a un lutto che definirei repubblicano – ha detto Letta – non ci sono divisioni di sorta: non cancella ma supera ogni divergenza e annulla le distinzioni culturali politiche pur inevitabili in una figura come il presidente Napolitano, che prima di ricoprire con autorevolezza e prestigio le massime cariche istituzionali è stato per tanti anni protagonista di primo piano della vita politica italiana”. “Tutti ci inchiniamo reverenti per rendere omaggio alla memoria di un uomo che amava l’Italia”, ha detto Letta. Un lungo applauso per il commissario europeo Paolo Gentiloni al termine del suo discorso in Aula a Montecitorio per le esequie laiche di Giorgio Napolitano. un discorso di respiro europeo che ha delineato la figura istituzionale dell’ex presidente emerito, ricordando il taglio atlantista della sua politica. “Salutiamo un grande presidente, un simbolo della credibilità e della forza delle istituzioni della Repubblica e lo facciamo stretti a lei, presidente Mattarella, che di questa credibilità e forza è espressione. Salutiamo un grande riformista, per lui l’Europa è sempre stata la via maestra, questa via, la tua via, cercheremo di seguirla sempre”, ha detto Paolo Gentiloni. “Isaggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”. E’ la frase tratta dal libro biblico di Daniele (capitolo 12, versetto 3), che il card. Gianfranco Ravasi, ha dedicato al presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano durante la cerimonia dei funerali di Stato nell’Aula della Camera. Ravasi ha spiegato di voler porre un “fiore” ideale sulla tomba di Napolitano e che tale fiore è la frase tratta da Daniele. “Davvero tarderà molto a nascere, se nascerà, un italiano con le sue qualità messe al servizio di una politica vissuta come il luogo fondamentale in cui interagire con gli altri. Non a caso una delle citazioni più belle nei suoi discorsi è quella di un giovane condannato a morte della Resistenza che scrive alla madre: ‘Ci hanno fatto credere – scriveva – che la politica è sporcizia e lavoro da specialisti. Invece la politica e la cosa pubblica siamo noi stessi’. Napolitano lo ha insegnato a tutti noi”. L’ha detto il presidente emerito della Corte costituzionale ed ex premier, Giuliano Amato. Con l’applauso all’ultimo intervento di Giuliano Amato, presidente emerito della Corte costituzionale, si è conclusa la cerimonia per le esequie laiche di Giorgio Napolitano nell’Aula di Montecitorio. I primi ad uscire sono stati i componenti della famiglia, trai quali la moglie Clio, il figlio Giulio e la nipote Sofia. Poi gli ospiti stranieri ai quali i parlamentari hanno tributato un applauso durante l’uscita. Emmanuel Macron e Francois Hollande hanno seguito tutta la cerimonia senza fare uso delle cuffiette per la traduzione, che invece ha preferito usare Steinmeier.. In tutto la cerimonia è durato poco più della prevista ora e venti. I parlamentari sono rimasti nell’emiciclo per permettere lo svolgimento del protocollo cerimoniale. Il feretro del presidente emerito Giorgio Napolitano ha appena lasciato piazza Montecitorio tra gli applausi dei presenti e qualcuno che ha detto “grazie presidente”. Dietro la bara di Napolitano, coperta dalla bandiera tricolore, i familiari, il presidente della repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, e i capi di stato Esteri.

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