Ilaria Salis sbarca all’Eurocamera. Dopo 15 mesi di carcere a Budapest, la maestra monzese arriva finalmente a Bruxelles come eurodeputata, ma l’ombra della detenzione ancora non si dirada del tutto. “La mia vicenda giudiziaria non si è conclusa”, spiega Salis nel suo primo incontro con la stampa, affiancata dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni. “Io godo ora di immunità, ma l’Ungheria può chiederne la revoca e, in quel caso, dovrà esprimersi il Parlamento europeo e spero che si schieri a difesa dei diritti fondamentali e della presunzione di innocenza”, aggiunge la neoeletta eurodeputata di Avs. A destra però l’elezione di Salis in Europa continua rimanere indigesta e le polemiche infatti non si esauriscono alle sue recenti vicissitudini giudiziarie. Mentre l’eurodeputata incontra per la prima volta i colleghi di The Left, il suo nuovo gruppo all’Eurocamera, dalla Lombardia arriva un nuovo attacco diretto con la richiesta di pignorare il suo salario da eurodeputata per ripagare i danni di una presunta occupazione di una casa popolare oltre quindici anni fa. Il Consiglio regionale lombardo, infatti, con 45 voti favorevoli e 19 contrari ha approvato una mozione di FdI che chiede ufficialmente al presidente Attilio Fontana di sollecitare l’Aler “ad avviare immediatamente le procedure legali” per il recupero del presunto credito vantato nei confronti di Ilaria Salis per occupazione abusiva di case popolari, includendo “il ricorso al pignoramento dei conti correnti” fino “al completo soddisfacimento del debito accumulato”. A difendere Salis a Bruxelles ci pensa Fratoianni: “Siamo oltre il ridicolo”, spiega il leader di Sinistra Italiana. “Si tratta di una vicenda che vede Ilaria oggetto di una sorta di politica dell’accanimento. Le hanno chiesto 90 mila euro per un accertamento fatto oltre dieci anni fa”. “Non credo di dovermi difendere da niente”, aggiunge lei. “I movimenti per la casa colmano vuoti laddove le istituzioni non riescono”, conclude l’attivista. Salis intanto, “contenta” di essere finalmente al Pe, promette di dedicare con responsabilità il suo mandato ai più deboli, come detenuti, migranti e precari. Un impegno condiviso con l’altro neoeletto della sinistra italiana, l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano. “In Europa c’è un’involuzione sulle politiche dell’immigrazione e il mio sogno è dimostrare che c’è un’alternativa e il mio comune lo ha dimostrato”, spiega Lucano, che promette di fare di Riace un “esempio da esportare in Ue”.