Un imprenditore di 79 anni e’ stato condannato a quattro anni e otto mesi dal Tribunale di Bologna per violenza sessuale, violenza privata, tentata estorsione e sequestro di persona. L’uomo e’ accusato di aver abusato, nel 2008, ripetutamente di una dipendente, una donna di 35, originaria del Bangladesh, minacciandola di licenziamento e sfruttando il proprio ruolo.

A lei, come parte civile rappresentata dall’avvocato Donatella Ianelli, il tribunale, in composizione collegiale e presieduto dal giudice Leonardo Grassi ha riconosciuto una provvisionale di cinquantamila euro. I fatti risalgono al 2008 e la donna fu effettivamente licenziata nell’ottobre di quell’anno. L’uomo, titolare di un’impresa nel primo Appennino, in un’occasione aveva anche chiamato la dipendente a casa propria, con un pretesto. Aveva quindi chiuso la porta a chiave e tentato di costringerla ad avere un rapporto, impedendole di uscire, con una colluttazione durata circa mezz’ora. Di qui la contestazione del sequestro di persona, mentre la tentata estorsione e’ legata al tentativo di farle firmare una lettera di dimissioni volontarie, sotto la minaccia di un coltello. Ianelli si e’ detta ”soddisfatta” per l’esito del processo, concluso in primo grado con la decisione arrivata proprio l’8 marzo, giorno della Festa della Donna. Un importante lavoro, ha ricordato, e’ stato svolto da un mediatore culturale del paese d’origine della straniera, alla quale era stata indirizzata dalla ‘Casa delle donne per non subire violenza’ di Bologna.

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