Ormai e’ ‘guerra’ di mafia. Quattro omicidi e due capiclan feriti in due mesi, piu’ tre sparatorie senza conseguenze, per strada, sono piu’ di un sintomo che le nuove leve dalla malavita organizzata stanno tentando di imporre il proprio potere scalzando i vecchi boss. L’ultimo agguato, quello in cui e’ stato ucciso Filippo Marzocca, falegname di 39 anni e presunto trafficante di droga, e’ stato compiuto oggi tra la gente al rione Japigia. Japigia a Bari non e’ un posto come un altro: e’ la roccaforte di ‘Savinuccio’ Parisi, un boss che finora mai nessuno aveva osato sfidare.

Perche’ Savinuccio, da tempo sottoposto al carcere duro per traffico di droga e associazione mafiosa, e’ stato per anni ritenuto dalla Dda il ‘boss dei boss’ della mafia barese. E l’agguato in cui e’ morto oggi Marzocca, scarcerato da pochi mesi, potrebbe essere un avvertimento per il clan Parisi che da un ventennio a Japigia controlla in regime di monopolio i traffici di droga. Nel quartiere, da quando il boss e’ al comando, di agguati ce ne sono stati davvero pochi, fino a stamattina. Attorno a mezzogiorno, mentre andava in bici, Marzocca e’ stato avvicinato da due sicari a bordo di una moto che lo hanno ucciso con due dei quattro colpi di pistola sparati prima di fuggire. Marzocca, secondo i carabinieri, si occupava dello spaccio di droga nel rione Torre a Mare, a sud di Bari, ed era referente di Rocco Cucumazzo, arrestato assieme alla vittima nel 2006 in un blitz antidroga che svelo’ che la falegnameria di Marzocca era la centrale di un traffico di sostanze stupefacenti tra Italia, Spagna e Marocco. La ‘faida’ tra clan in corso ha da subito messo in allarme il coordinatore della Dda di Bari, Pasquale Drago, che gia’ nei giorni scorsi ha detto che ‘quello che piu’ preoccupa e’ che e’ in atto un attacco agli ex boss” ma, soprattutto, che ”siamo di fronte ad un problema di ordine pubblico molto serio perche’ a sparare sono giovani senza criterio”. Parole alle quali sono seguiti vertici in procura e in prefettura, perquisizioni e controlli a tappeto delle forze di polizia. L’omicidio piu’ eclatante, al momento, resta quello del 2 settembre in cui e’ stato assassinato Gaetano Petrone, 43 anni, incensurato, dipendente della municipalizzata dei trasporti Amtab. Il delitto e’ un autentico rompicapo perche’ l’uomo e’ stato ucciso con modalita’ mafiose apparentemente senza un motivo. Una guerra, quella in corso a Bari, che comincia il 17 luglio con l’omicidio di Francesco Grimaldi, pregiudicato 54enne, ritenuto dagli investigatori il riciclatore del clan Abbaticchio. Subito dopo, il 29 luglio, e’ stato ucciso nel letto della sua casa, Massimiliano Villani, e in distinti agguati sono stati feriti (il 22 e il 25 agosto) i boss Giuseppe Mercante, di 59 anni, ritenuto capo dell’omonimo clan del rione Liberta’ e Felice Campanale, di 66, il ‘re dei parcheggi abusivi’. Troppo sangue in due mesi: per questo quattro parlamentari baresi del Pdl hanno chiesto la convocazione del Comitato nazionale per la sicurezza e l’intervento della Commissione parlamentare antimafia.

 

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