I giudici della terza sezione della Corte d’Appello di Milano hanno interdetto Silvio Berlusconi per due anni dai pubblici uffici. E’ stata cosi’ accolta la richiesta del pg Laura Bertole’ Viale. Il pg nel formulare la sua richiesta ha spiegato che, come la pena principale e’ stata due terzi della pena massima, e cosi’ deve essere anche per la pena accessoria. Prima dell’avvocato generale ha parlato per pochi minuti il relatore, ricordando gli esiti del processo in tutti i gradi di giudizio. In aula non era presente uno degli avvocati del cavaliere, Franco Coppi, a causa “di una indisposizione”.

Come ha spiegato l’altro difensore dell’ex premier Niccolo’ Ghedini, “sostituisce” Coppi l’avvocato Pietro Borgogno. In apertura d’udienza il procuratore generale Laura Bertole’ Viale ha chiesto che “per ragioni legate alla sicurezza” si escluda la presenza di strumenti televisivi” e sia consentito ai numerosi giornalisti presenti di utilizzare soltanto “taccuino e penna”. L’avvocato Ghedini si e’ rimesso alla decisione dei giudici della terza Corte d’Appello che si sono riuniti in camera di consiglio. Il collegio ha dovuto ricalcolare al ribasso, tra uno e tre anni, la pena dell’interdizione dai pubblici uffici, come stabilito dalla Cassazione nella sentenza del primo agosto. L’appello non entra nel merito della condanna a quattro anni gia’ definitiva per la frode fiscale inflitta dalla Suprema Corte a Silvio Berlusconi. Il “ricalcolo” e’ stato fatto in base alla legge tributaria, come indicato dagli “ermellini” mentre negli altri gradi di giudizio era stato fatto in base alla legge ordinaria.

 

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