Due giorni dopo gli scontri di Roma, scatta il blitz delle forze di polizia: poliziotti e carabinieri hanno effettuato decine di perquisizioni e controlli in tutta Italia negli ambienti dell’anarco-insurrezionalismo e dell’estremismo più radicale, per cercare di individuare chi ha partecipato alla devastazione di due quartieri della capitale

e ha contribuito in modo determinante al fallimento dell’intera manifestazione degli Indignati. Un blitz che non ha portato ad arresti anche se nel corso dei controlli, dicono gli investigatori, è stato trovato materiale interessante che dovrà essere analizzato. Al di là dell’esito, le perquisizioni di oggi sono la prima risposta dello Stato alle violenze di sabato in vista dell’informativa che il ministro Maroni farà domani al Senato.

Ed è molto probabile che nei prossimi giorni, quando l’analisi dell’enorme mole di video e foto che stanno arrivando alla polizia avrà fornito qualche risposta più chiara sull’identità di chi ha partecipato agli scontri, scatteranno fermi e arresti. “L’obiettivo – dice la Polizia – è individuare e isolare coloro che vogliono impedire la democratica manifestazione del dissenso”. Un’attività dunque che si inquadra in “un percorso investigativo finalizzato alla raccolta di prove”. Qualcuna, ad esempio, gli investigatori l’hanno già trovata. Ad Ancona, nelle abitazioni di 6-7 militanti, sono stati sequestrati caschi, fumogeni, foulard e anche un bossolo dei lacrimogeni sparati sabato dalle forze di polizia.

Gli uomini della Digos e della Stradale di Firenze hanno denunciato invece denunciato sei persone vicine all’area anarchica: li hanno sorpresi su un camper di ritorno da Roma con a bordo 2 maschere antigas, abiti di ricambio, un martello e protezioni antinfortunistiche. Quattro di loro, tutti ventenni, frequentano il ‘Circolo Fuori Luogo’ di Bologna, lo stesso dove oggi sono state eseguite una dozzina di perquisizioni e di cui fanno parte una trentina di persone coinvolte nell’inchiesta del 6 aprile scorso e per i quali la procura di Bologna chiederà a breve il rinvio a giudizio ipotizzando l’associazione per delinquere finalizzata all’eversione dell’ordine democratico. Nel capoluogo emiliano gli uomini della Digos hanno sequestrato maschere antigas, fumogeni, paracolpi per gambe e schiena, caschi integrali, passamontagna, bombolette spray. Le altre due persone a bordo del camper, un uomo e una donna che vivono in provincia di Pistoia, sono anche loro conosciuti nell’ambiente anarchico.

E sempre all’area dell’anarco-insurrezionalismo e dell’estremismo radicale hanno puntato le perquisizioni a Milano, Padova e Torino: poliziotti e carabinieri sono andati a bussare alla porta di una decina di ventenni che facevano riferimento all’ex Bottiglieria, uno spazio occupato e sgomberato circa un anno fa a Milano; ad alcuni giovani legati al centro sociale Askatasuna di Torino e al movimento No Tav; agli attivi del ‘Gramigna’, il centro popolare occupato di Padova punto di riferimento degli anarchici del nord-est. Controlli anche a Palermo e Napoli. “Sono entrati nelle case di studenti e dirigenti sindacali, dicendo che cercavano armi – dice il portavoce del Laboratorio Insurgentia di Napoli, i cui attivisti sono stati perquisiti – Si tratta di un tentativo di intimidire, di diffondere paura e terrore verso chi si mobilità in questo paese”. “Azioni che colpiscono nel mucchio – dicono dal centro sociale ‘Vittorio Arrigoni’ di Palermo, dove sono 4 i militanti controllati – solo perché i nostri compagni hanno partecipato alla manifestazione di Roma”.

Rischiano da 3 a 15 anni di reclusione i 12 manifestanti arrestati sabato scorso a Roma, in flagranza di reato, durante la manifestazione degli indignati. La procura ha chiesto al gip la convalida delle misure, e la custodia in carcere dei 12, di età compresa tra 19 e 30 anni, per resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. A decidere sulle richieste della procura sarà il gip Elvira Tamburelli. Tra domani e dopodomani ci saranno gli interrogatori di garanzia degli arrestati. Il procuratore aggiunto Pietro Saviotti ed i sostituti Marcello Monteleone e Francesco Minisci, accertata per tutti e 12 la resistenza a pubbico ufficiale, stanno ora valutando le singole posizioni al fine di stabilire se e a chi attribuire anche i reati di devastazione, incendio e lesioni. Sono tre femmine e nove maschi gli arrestati sabato.

Dei dodici solo uno è straniero, proviene dalla Romania e nessuno è del Nord Italia. Il romeno ha 21 anni. Oltre ai dodici ci sono altre 8 persone fermate e denunciate, sei dei quali minorenni e le cui posizioni saranno valutate dalla procura presso il tribunale dei minori. La Procura di Roma ha contestato ai 12 arrestati anche l’aggravante di “avere operato col volto travisato e in gruppi di più di 5 persone con l’utilizzo di oggetti contundenti e materiali pirotecnici”: questo fa salire la pena massima a 15 anni. “I reati contestati – è detto nella richiesta di convalida – si inseriscono in un complesso di condotte di maggiore gravità che, in attesa di altre acquisizioni, esaltano la pericolosità qui contestati, commessi nella consapevolezza di fornire un apporto al contesto di prolungata ed allarmante violenza”. Proseguono gli accertamenti per identificare altri teppisti anche attraverso le immagini degli incidenti.

I magistrati attendono una serie di informative, compresi i risultati delle perquisizioni di oggi. “Condotte violente pianificate e organizzate prima degli scontri”. E’ quanto sostiene il procuratore aggiunto di Roma, Pietro Saviotti, che coordina le indagini su quanto avvenuto sabato. Secondo i magistrati confermare questa ipotesi investigativa ci sono comportamenti tenuti dai teppisti come ad esempio quando un gruppo di circa dieci persone é rientrato nel corteo togliendosi casco e felpa nera. “Siamo in presenza – afferma Saviotti – di comportamenti studiati, di azioni tattiche di scontri urbani preventivati ed organizzati”. Una forma di “strumentalizzazione di una manifestazione pacifica, l’uso della manifestazione come contesto idoneo ad ostacolare la pubblica difesa”.

Il ministro dell’Interno Roberto Maroni domani in Senato annuncerà una proposta per “nuove misure legislative, che possano consentire alle forze dell’ordine di prevenire più efficacemente le violenze come quelle di sabato”. Lo ha riferito lo stesso Maroni ai giornalisti. “Domani riferirò in Senato -ha spiegato Maroni arrivando a un incontro istituzionale in Assolombarda – è devo dire che per una volta sono d’accordo, con l’onorevole Antonio Di Pietro, che ha detto che servono nuove norme per prevenire, una legge Reale Bis: esattamente quello che voglio dire domani”. Il ministro dell’Interno non ha infine voluto rispondere a una domanda sulle polemiche per la sua assenza da Roma sabato durante gli scontri.

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