Il giocatore del Piacenza, Carlo Gervasoni, vuota il sacco degli incontri ‘truccati’ anche in serie A e in quasi sei ore di interrogatorio davanti al procuratore di Cremona Roberto di Martino, fa l’elenco delle partite a suo dire taroccate – una decina in tutto, tre della massima serie – e anche quello di altri giocatori coinvolti nel vorticoso giro delle scommesse: una ventina, di cui meno della metà di serie A.
Nomi non tra i più noti ma che sono destinati a finire ineluttabilmente, almeno per atto dovuto, nel registro degli indagati. E che, non é escluso, potrebbero essere convocati dagli inquirenti per spiegare la loro versione dei fatti. Tra le gare sospette dello scorso campionato di A, che sarebbero state alterate con la collaborazione dei calciatori indicati da Gervasoni, il giocatore del Piacenza ha indicato Palermo-Bari 2-1, Lazio-Genoa 4-2, Lecce-Lazio 2-4. La combine, avrebbe raccontato, sarebbe riuscita in due occasioni su tre. Incontri su cui gli investigatori dovranno ora trovare eventuali riscontri: perché se su alcuni calciatori di Lecce e Bari c’erano già dei sospetti, emersi fin dalla prima fase dell’indagine che a giugno portò in carcere 16 persone tra cui Beppe Signori, su Palermo, Lazio e Genoa non erano emersi elementi che potessero far ipotizzare un coinvolgimento diretto di giocatori delle tre società.
Così come gli inquirenti non hanno trovato alcun riscontro a quanto Nicola Santoni – il preparatore atletico del Ravenna finito in carcere assieme al suo amico Cristiano Doni – dice ad un certo Maurinho Ernandes il 30 settembre scorso. I due sono nell’auto di Santoni e vengono intercettati mentre parlano dell’inchiesta sul calcioscommesse, del ruolo di Doni e dell’Atalanta. E, soprattutto, di pezzi grossi della serie A, tre azzurri. “Un ex calciatore – dice Santoni – …che sta collaborando con la procura di Napoli, perché il calcio è tutto truccato, è tutto marcio…e quindi…dirà due nomi e verrà fuori…perché poi dopo c’é Buffon che gioca…gioca anche lui…sti qua”. E Maurinho sembra sorpreso: “Buffon anche lui…”. Santoni prosegue: “Gioca 100-200mila euro al mese!…no…eeh: lui, Gattuso…Cannavaro…sono proprio malati!…Solo che non si poteva..ugualmente…e (incomprensibile) non gli ha contestato nessuna. Si son fatti il loro mondiale, poi l’han vinto, quindi quello…”.
La conversazione è stata definita di “notevole interesse” dagli investigatori per quanto Santoni dice sul coinvolgimento dell’Atalanta (“…perché tanto alla fine di casini ne abbiamo fatti tanti, dentro ci sono anche loro, capito?…Quindi, è inutile che lo abbandonino….”), ma nel corso dell’indagine che ha portato agli arresti del 19 dicembre non sono stati trovati riscontri alle parole di Santoni quando cita i tre azzurri, né sono emersi elementi investigativi da approfondire. Buffon e Gattuso, informati dall’ANSA sull’intercettazione di Santoni, hanno preferito non commentare. Mentre non è stato possibile raggiungere Cannavaro. Gervasoni, in tuta da ginnastica con cappuccio, giubbotto scuro, proveniente dal carcere Cà di ferro di Cremona, ha varcato alle 10.30 la porta della procura, tenendo in mano l’ordinanza di custodia cautelare che l’ha portato in carcere otto giorni fa con altre 16 persone. E dopo aver lanciato la ‘bomba’ sulla serie A, ha anche approfondito altri aspetti solo accennati venerdì scorso nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip cremonese Guido Salvini. Ad esempio, ha dovuto ricredersi sulla ormai famosa Atalanta-Piacenza del 19 marzo scorso, quella della stretta di mano con l’ex capitano orobico Cristiano Doni che doveva sancire anche plasticamente il raggiungimento del patto scellerato.
Davanti al gip, forse in una strenua difesa dell’ex icona atalantina aveva negato di saperne qualcosa. Di fronte, però alle rivelazioni di Doni, che ha ammesso la combine, anche se precisando che l’aveva accettata solo per favorire la promozione dell’Atalanta, anche Gervasoni ha capitolato e ha abbassato la testa. Conferme e ammissioni anche dal giocatore Alessandro Zamperini, quello che cercò di corrompere il calciatore del Gubbio Simone Farina che non ci pensò due volte a denunciare l’abboccamento alla giustizia sportiva. Zamperini ha aggiustato il tiro anche per quanto riguarda Lecce-Lazio del maggio 2011. Davanti al gip aveva raccontato di essere stato ospite dell’hotel Hilton Garden, dove alloggiavano i giocatori giallorossi perché invitato da un amico a vedere all’incontro.
Oggi, invece, ha ammesso: “Ero lì per cercare un tentativo di contatto” con qualcuno del Lecce. Proprio quel Lecce-Lazio di cui ha parlato anche Gervasoni. Zamperini non ha invece saputo dire che cosa ci facesse, sempre in qui giorni, e nello stesso hotel il macedone Hristyian Ilievski, uno dei personaggi di vertice del gruppo degli “zingari”, gli scommettitori dell’Est europeo, ‘braccio armato’ del gruppo di Singapore a cui fa capo il sistema delle scommesse emerso dall’inchiesta della procura di Cremona.