Tre giorni dopo la sentenza della Cassazione, e a undici anni di distanza dalla notte di sangue della Diaz, l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, in carica all’epoca del G8 di Genova del 2001, e attuale sottosegretario con delega ai Servizi, dice di provare “dolore” per chi ha subito “torti e violenze” (60 feriti e 93 arresti illegali) ed esprime umana solidarietà ai funzionari condannati estromessi dai loro incarichi. Ma lo fa rivendicando la correttezza del suo operato, adesso e allora, e scatenando la reazione di Vittorio Agnoletto, il portavoce del Genoa Social Forum che ne chiede le dimissioni, e quella del padre di Carlo Giuliani che rileva come le scuse siano ancora assenti.
“Le sentenze della magistratura devono essere rispettate ed eseguite, sia quando condannano, sia quando assolvono. In seguito alle decisioni per i gravi fatti di Genova, le competenti Autorità hanno puntualmente adempiuto a tale dovere, operando con tempestività ed efficacia”, afferma De Gennaro riferendosi, evidentemente alla sostituzione dei vertici dell’anticrimine dove Francesco Gratteri e Gilberto Caldarozzi, il giorno dopo la sentenza che gli ha inflitto anche cinque anni di interdizione di pubblici uffici, sono stati rimpiazzati da Maria Luisa Pellizzari e Gaetano Chiusolo. “Per quanto mi riguarda – prosegue De Gennaro, uscito indenne dal filone giudiziario del G8 solo lo scorso 22 novembre dopo essere stato assolto in Cassazione dalla condanna a un anno e quattro mesi – ho sempre ispirato la mia condotta e le mie decisioni ai principi della Costituzione e dello Stato di diritto, e continuerò a farlo con la stessa convinzione nell’assolvimento delle responsabilità che mi sono state affidate in questa fase”. Dunque De Gennaro si chiama fuori dalla “macelleria messicana” della Diaz, nonostante all’epoca fosse al vertice della Polizia. “Resta comunque nel mio animo un profondo dolore per tutti coloro che a Genova hanno subito torti e violenze – aggiunge – ed un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata”. Parole che scatenano Agnoletto. “In qualunque altro Paese europeo – dice la ‘voce’ del Gsf – De Gennaro sarebbe stato sospeso dall’incarico già nel 2001: è inaccettabile che resti al governo nel silenzio colpevole di tutto il Parlamento”. Quelle dell’ex capo della polizia – prosegue Agnoletto – “sono parole molto più simili a quelle di un capobanda che, dopo aver subito una sconfitta, resta consapevole dell’enorme potere di cui ancora dispone”. “Nelle parole dell’ex capo della polizia – aggiunge – non c’è nemmeno l’ombra delle scuse che, se pur solo formalmente, ha chiesto il suo successore Manganelli”. “De Gennaro con arroganza rivendica ogni cosa e, sfottendo i giudici, osa addirittura affermare – incalza Agnoletto – che tutto si è svolto secondo la Costituzione, lui che a Genova era il capo della polizia e quindi il responsabile della gestione dell’ordine pubblico!”. “Nemmeno una critica verso i dirigenti condannati per reati estremamente gravi, ai quali va anzi la sua solidarietà. La stessa solidarietà in nome della quale per undici anni – conclude l’ex parlamentare di Rifondazione – i vertici della polizia hanno cercato di bloccare i processi. Per le vittime solo un generico dolore”. Secondo Giuliano Giuliani, padre di Carlo, il ragazzo ucciso da un carabiniere durante il G8, “De Gennaro prova dolore, ma non chiede scusa. Lui era il più alto in grado e quindi dovrebbe sentire su di sé tutte le responsabilità di quanto accaduto quella notte alla Diaz. Non mi sembra che nelle sue parole ci sia questo e in più dimentica anche di chiedere scusa”.