Avrebbero voluto “pijasse” Roma “come la mafia” e, invece, sono stati arrestati lo scorso maggio nell’ambito dell’operazione Orfeo: adesso, sedici di loro, dopo aver chiesto il giudizio con il rito abbreviato, sono stati condannati a pene che vanno dai quattro ai dodici anni di reclusione per un totale di 110 anni.

Per altri undici, per i quali la procura aveva chiesto e ottenuto il giudizio immediato, e’ da tempo cominciato il processo. Associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e sequestro di persona, con l’aggravante del metodo mafioso sono i reati formulati dal pm Luca Tescaroli a seconda delle varie posizioni processuali. L’imputato condannato alla pena piu’ alta, tra l’altro, sara’ sottoposto a un altro procedimento per aver minacciato in udienza il pubblico ministero e uno suo collaboratore di polizia giudiziaria. Stando a quanto emerso dalle indagini, il gruppo criminale si era via via sviluppato nella periferia sud-est di Roma (zona Centocelle, Tor Bella Monaca, Tuscolano) e puntava a conquistare l’intero mercato dello spaccio di droga nella capitale. Ogni mese l’organizzazione era in grado di commercializzare fino a tre quintali di hashish e marijuana, oltre a circa trenta chilogrammi di cocaina. La struttura, fortemente gerarchizzata, ricorreva senza problemi a minacce e violenza nei confronti dei rivali e di chi tradiva.

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