Alcune decine di persone, tra rappresentanti di associazioni ambientaliste, studenti e cittadini, presidiano il tribunale di Taranto in concomitanza con l’incidente probatorio in cui i consulenti nominati dal gip Patrizia Todisco relazionano sulla consulenza chimica disposta dalla procura per stabilire se le emissioni di fumi e polveri dallo stabilimento siderurgico Ilva siano nocive alla salute degli operai del siderurgico e dei cittadini di Taranto e dei comuni limitrofi, e se all’interno della fabbrica siano rispettate le misure di sicurezza per evitare la dispersione di diossina, Pcb e benzoapirene.

I manifestanti, saliti al primo piano del palazzo di giustizia, attendono ora all’esterno dell’aula in cui si sta svolgendo l’incidente probatorio. Molti gli striscioni e i cartelloni esibiti che riportano anche frasi forti: ‘Ilva come eternit’, ‘Sono vedova da 30 anni e attendo giustizia’, ‘Noi beviamo latte alla diossina’. Nel procedimento in corso sono cinque gli indagati: Emilio Riva, presidente dell’Ilva fino al 19 maggio 2010, il figlio Nicola, in carica dal 20 maggio, il direttore Luigi Capogrosso, il capo area cokerie Ivan Di Maggio, e il capo area agglomerato Angelo Cavallo. Sono ipotizzati i reati di disastro colposo e doloso, omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, avvelenamento di sostanze alimentari, inquinamento atmosferico, danneggiamento aggravato di beni pubblici e sversamento di sostanze pericolose. Secondo i consulenti, non vi e’ alcun elemento che dimostri il rispetto dei limiti delle emissioni nocive ne’ un modo per verificarlo. Le polveri immesse nell’atmosfera ammonterebbero a 688 tonnellate l’anno. Alcuni ambientalisti portano un fazzoletto bianco al braccio. Tra i manifestanti ci sono il presidente del Fondo antidiossina onlus, Fabio Matacchiera, il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, e Luigi Boccuni del cartello di associazioni ambientaliste e cittadini ‘Altamarea’.

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