Un neurochirurgo dell’ospedale fiorentino di Careggi e’ stato condannato dal tribunale di Firenze a un anno di reclusione, pena sospesa, per omicidio colposo. Secondo l’accusa, non valuto’ correttamente le condizioni di una paziente nonostante fosse arrivata al pronto soccorso gia’ con una diagnosi giusta formulata dai sanitari del pediatrico Meyer, dove la donna lavorava come infermiera.

Al Meyer, una tac aveva rilevato una ipertensione endocranica causata alla donna da una ciste che le si era formata nei ventricoli del cervello. Il neurochirurgo, 55 anni di origini persiane, e’ stato condannato anche al pagamento di una provvisionale complessiva di 630 mila euro per i familiari della donna: quattro figli, il marito, il fratello e la madre (centomila euro per figli e marito, 65 mila a madre e fratello). La vittima, Maria Bibiana De Lucia, originaria di Salerno, mori’ a 51 anni, il 24 marzo 2005. Quel giorno, accompagnata dai familiari – assistiti in giudizio dagli avvocati Marco Arena e Beatrice Tocci – si presento’ in stato confusionale al pronto soccorso di Careggi per un forte mal di testa e momentanee perdite di memoria. La donna aveva cominciato a sentirsi male al Meyer, durante il lavoro. Secondo la ricostruzione del pm Giuseppe Bianco, il neurochirurgo, chiamato dai medici del pronto soccorso, rinvio’ l’intervento senza valutare la rapida insorgenza della patologia alla testa. La donna entro’ in coma e mori’.

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