Silvio Berlusconi sceglie, alla fine, di andare allo scontro frontale con i giudici del processo Mills, dopo che già nelle scorse udienze gli ‘attacchi’, dentro e fuori dall’aula, da parte sua e dei suoi difensori si erano moltiplicati. L’ex premier ha deciso, infatti, con il dibattimento ormai alle battute finali, di imboccare una ‘via giudiziaria’ da lui usata molte volte in passato,
firmando personalmente un atto di ricusazione nei confronti del collegio della decima sezione penale di Milano, depositato stamani dai suoi legali. Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo sono andati a scrivere la ricusazione in mattinata, dopo aver tolto di dosso la toga e aver abbandonato, nominando due sostituti processuali al posto loro, l’aula del processo sul caso Ruby. Gesto che si inserisce in un clima generale di ‘battaglia’ e che è arrivato al termine di un duro scontro anche con i giudici di quel procedimento, che non hanno accolto la loro richiesta di cancellare due udienze del processo. Nell’istanza di una decina di pagine, su cui dovrà pronunciarsi la quinta sezione della Corte d’Appello di Milano (presidente Luigi Cerqua), gli avvocati di Berlusconi dicono, in sostanza, che il processo Mills, nel quale l’ex premier è imputato per corruzione in atti giudiziari, deve essere ‘tolto dalle mani’ dei giudici Francesca Vitale, Caterina Interlandi e Antonella Lai. Per la difesa, infatti, i tre magistrati con più ‘mosse’ nel corso del processo hanno manifestato di aver già preso una decisione e di volere la condanna di Berlusconi. E avrebbero mostrato questo convincimento, secondo i difensori, tagliando gran parte dei loro testi (tre sono stati cancellati anche ieri) e fissando udienze con urgenza e a ritmo serrato per arrivare alla sentenza, evitando la prescrizione. Prescrizione che, sempre secondo la difesa, il collegio avrebbe collocato a metà febbraio, proprio in tempo per emettere la condanna, mentre l’estinzione del presunto reato, per i legali di Berlusconi, scatterebbe, pare, il 31 gennaio. L’ex presidente del Consiglio, negli anni, ha tentato molte volte di ricusare i giudici milanesi che si sono occupati dei suoi procedimenti: dal caso delle presunte tangenti alla Gdf fino al processo All Iberian, a quello per la vicenda Sme e al caso diritti tv Mediaset. E poi anche nel giugno del 2008 e proprio nel processo Mills, che era cominciato da poco: presentò una ricusazione contro l’allora presidente del collegio Nicoletta Gandus che, a detta della difesa, aveva manifestato “grave inimicizia”. Istanze tutte respinte. Nel giro di pochi giorni, forse già tra martedì e mercoledì prossimo, la Corte d’Appello, dopo aver ricevuto il parere della Procura generale, potrebbe emettere un verdetto sull’ ammissibilità o meno della richiesta di ricusazione. Solo con una eventuale ammissione dell’istanza, si entrerà in un vero e proprio giudizio di merito con i tempi che si allungheranno. Intanto, però, il processo potrà andare avanti (a meno che la Corte d’Appello non decida di sospenderlo) e i giudici, se la decisione sulla ricusazione non sarà ancora arrivata, dovranno fermarsi solo prima di emettere sentenza. E’ molto probabile, però, che i legali già dalla prossima udienza fissata per martedì (in programma c’é l’esame di Berlusconi) pongano in qualche modo il problema della istanza di ricusazione pendente e che ci possano essere degli ‘stop’ nei lavori d’aula, con il calendario fissato che prevede la sentenza per l’11 febbraio. A un passo dalla prescrizione che, a quanto si sa, secondo il collegio scadrebbe tra 14 e il 17 febbraio. Sul punto, invece, pare che la Procura possa aver fatto altri calcoli e che si possa arrivare fino a metà aprile.