E’ allarme a Bruxelles per il mancato accordo tra Parlamento e Consiglio sul bilancio Ue 2014-2020. In una riunione dei gruppi politici parlamentari col presidente Schulz è emerso che non c’é maggioranza a favore delle proposte concordate la settimana scorsa tra i negoziatori Gilmore e Lamassoure. I ministri degli affari europei riuniti nel Consiglio affari generali a Lussemburgo sono stati informati con una lettera e la presidenza irlandese ha chiesto ai 27 “sostegno per continuare la discussione”
. La settimana scorsa i capi negoziatori di Consiglio e Parlamento, rispettivamente il vicepremier e ministro degli esteri irlandese Eamon Gilmore ed il francese presidente della Commissione Bilanci del Parlamento Alaian Lamassoure, avevano concordato di chiudere il negoziato su una bozza di 34 pagine. Che oggi, secondo quanto riferito da fonti parlamentari, è stato giudicata irricevibile da praticamente tutte le famiglie politiche a parte i conservatori britannici. Già il giorno dopo l’accordo dei leader al termine del vertice-maratona dell’8 febbraio scorso il Parlamento aveva avvertito che avrebbe posto il veto se non fossero state accolte le sue richieste. In base al Trattato di Lisbona entrato in vigore a dicembre 2009, per la prima volta nella storia comunitaria il bilancio pluriennale deve essere approvato tanto dal Consiglio quanto dal Parlamento. In caso di mancata approvazione si dovrebbe passare all’esercizio provvisorio sulla base dell’ultimo bilancio approvato (il budget 2013). Punti fermi delle richieste del Parlamento: flessibilità, clausola di revisione di medio termine e ripianamento del ‘buco’ (attualmente valutato dalla Commissione europea in 11,2 miliardi) nel budget 2013. Non vengono invece messi in discussione i tetti di spesa fissati dai leader (960 miliardi di euro per gli ‘impegni’ e 908 miliardi di spese effettive). Per “vera flessibilità” si intende la possibilità di spostare i fondi a disposizione tra capitoli di spesa e tra esercizi successivi al fine di evitare la consueta restituzione a fine anno delle somme non spese. Nel corso della sessione pubblica del Consiglio dedicata al bilancio, Gilmore ha affermato che “la questione della flessibilità è rimasta sul tavolo” e che “il Parlamento la vuole al massimo grado possibile”. Vista la posizione presa dal Parlamento e la richiesta di continuare il negoziato, è “da escludere al 90%” che la sessione della plenaria di Strasburgo possa votare il bilancio, per la cui approvazione sarebbe necessaria la ‘maggioranza qualificata’ di 378 voti favorevoli (con astenuti e assenti che valgono come ‘no’).