“Prendo molto sul serio l’apertura di Francois Hollande”, “si apre lo spazio per discutere se vogliamo un’Europa intergovernativa” oppure “se ne vogliamo una federale”. Lo dice in una lunga intervista al Corriere della Sera il neo ministro degli Esteri Emma Bonino. “E’ una posizione storicamente mia – dice a proposito dell’Europa federale – ma è anche quella dell’Italia, visto che di Stati Uniti d’Europa ha parlato il presidente Enrico Letta al momento della fiducia”.

Non si tratta di una “fuga in avanti”, non se “si riconosce che l’Europa sia in una situazione insostenibile”. Ad esempio, dice Bonino, sull’unione bancaria “ancora non ci siamo, perché la governance non funziona e quindi non possono funzionarne le politiche”. “Avere i conti a posto è importante e in Italia lo abbiamo fatto, anche grazie al governo Monti. Ma i costi economici sono alti (per tutti, compresa prossimamente la Germania) e a questi si aggiungono quelli politici, perché assistiamo allo sviluppo di populismi ed euroscetticismi”. Bonino sottolinea lo “spread di diritti civili” che c’é in Europa: “per esempio sul tema delle carceri e della giustizia in Italia, o della democrazia costituzionale in Ungheria. Non esistono cioé strumenti seri di correzione”. Il progetto di integrazione ha sbagliato perché a suo avviso si è “fossilizzato sulla moneta unica”, l’euro “aveva una governance da bel tempo, con la tempesta non ha retto più”. “Al netto” della campagna elettorale tedesca, conclude, “Berlino ha sempre detto nessuna mutualizzazione del debito se non c’é cessione di sovranità. Prendiamo la Germania in parola. Se è un bluff andiamo a vederlo”.

 

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