Serviranno almeno 77 voti, ovvero i due terzi del collegio dei cardinali elettori, per essere eletto Papa e successore di Benedetto XVI. Da domani, con l’avvio del Conclave, entra infatti in vigore una nuova norma elettorale promulgata nel giugno 2007 da Ratzinger con un ‘Motu Proprio’, modificando quanto previsto in proposito dalla Costituzione Apostolica ‘Universi Dominici gregis’ con cui Giovanni Paolo II aveva abolita l’elezione per acclamazione e reso obbligatorio invece lo scrutinio segreto.

Wojtyla penso’ anche a come evitare una situazione di stallo, fissando che dopo la trentaquattresima votazione si potesse passare al ballottaggio tra i due piu’ votati, e che nello stesso momento il quorum eventualmente potesse scendere dalla maggioranza qualificata di due terzi alla maggioranza assoluta del cinquanta per cento piu’ uno. Proprio su questo comma e’ quindi intervenuto Benedetto XVI, fissando la maggioranza dei due terzi. Il perche’ di questa modifica sta nel fatto che si vuole evitare che il nuovo Pontefice si ritrovi eletto con una maggioranza risicata. In piu’, Ratzinger ha specificato che i due cardinali rimasti in lizza per l’elezione non partecipino piu’ alle successive votazioni previste nel Conclave, divenendo quindi elettorato passivo. E comunque anche per le successive votazioni a questa fase, con i due maggiormente votati che sono a quel punto solo elettorato passivo, e’ richiesta sempre una maggioranza qualificata di almeno due terzi dei suffragi dei cardinali presenti e votanti.

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