Sara’ un’altra giornata di tensione oggi in Egitto, dove gli islamisti, sostenitori del presidente destituito, Mohamed Morsi, promettono dopo il golpe di scendere in piazza per manifestare la propria rabbia. Le decine di persone rimaste ferite nella citta’ originaria di Morsi, giovedi’, non lasciano presagire nulla di buono in Paese che, nei giorni scorsi, ha visto decine di morti.

Nella notte ci sono stati stato anche una serie attacchi di miliziani nella penisola del Sinai (all’aeroporto di El Arish e a tre checkpoint militari): gli attacchi seguono una serie di incidenti simili nella zona, da sempre molto tribolata, e dunque non e’ chiaro se abbiano un collegamento con il rovesciamento di potere al Cairo. I Fratelli Musulmani si preparano a scendere in piazza al Cairo e in altre citta’, al termine delle preghiere del venerdi’. Nella capitale la principale concentrazione di quelle che sono annunciate come “proteste pacifiche” e’ prevista nella piazza di Rabea al Adauiya, nel quartiere di Nasr City, dove gli islamisti si sono radunati anche nei giorni scorsi per difendere la legittimita’ di Morsi, scelto dalle urne un anno fa. Il portavoce della Fratellanza, Ahmed Aref, ha insistito giovedi’ sulla necessita’ che i cortei non sfocino in violenze e ha chiesto anche che le istituzioni garantiscano la sicurezza. La cosiddetta Alleanza Nazionale in Difesa della Legittimita’ Elettorale, composta dai Fratelli e da altri gruppi, ha chiesto il reinserimento al potere di Morsi, che prima di essere eletto presidente un anno fa aveva militato nella confraternita. Morsi continua a rimanere in una localita’ sconosciuta, ma i fratelli musulmani sostengono che sia nelle mani dei militari, impossibilitato a comunicare. Anche Tamarrud, il movimento di opposizione che ha scatenato le massicce proteste di domenica scorsa per chiedere le dimissioni di Morsi, ha organizzato una manifestazione a piazza Tahrir e davanti al palazzo presidenziale di Ittihadiya, sempre nella capitale.

 

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