A oltre due mesi dall’omicidio, c’e’ una svolta nel caso di padre Fausto Tentorio, il missionario italiano ucciso il 17 ottobre a Mindanao nelle Filippine. Gli agenti della NBI (National Bureau of Investigation) delle Filippine hanno arrestato un uomo, Jimmy Ato, sospettato di essere l’omicida del sacerdote, e suo fratello Robert che lo avrebbe aiutato a fuggire guidando la moto con cui i due sarebbero scappati dopo l’uccisione del sacerdote. Al momento dell’arresto, Robert Ato ha sparato contro gli agenti senza pero’ ferire nessuno. Resta pero’ ancora da chiarire il movente.
Il ministro della Giustizia filippino, Leila de Lima, ha fatto sapere che le autorita’ di polizia stanno comunque continuando a investigare sul caso. ”Stiamo anche valutando – ha detto de Lima – il coinvolgimento di Padre Tentorio in questioni ambientali come possibile causa dell’omicidio”. Padre Tentorio venne ucciso a colpi di pistola verso le 8.45 all’interno della residenza della parrocchia della Madre del Perpetuo Soccorso ad Arakan, nell’isola di Mindanao. Aveva appena finito la messa e stava per andare in auto a una riunione di presbiterio a Kidapawan, quando due uomini con il casco a bordo di una moto spararono contro di lui colpendolo nel lato sinistro della testa e alla schiena. Arrivato all’ospedale, il religioso era gia’ privo di vita. Missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere), nato nel 1952 a San Maria Hoe’ (Lecco), Tentorio era andato come sacerdote a Mindanao 33 anni fa, nel 1978. I suoi fedeli lo avevano soprannominato affettuosamente padre ‘Pops’. Prima di lui, altri due sacerdoti del Pime, in passato, erano stati uccisi a Mindanao: padre Tullio Favali nel 1985, e padre Salvatore Carzedda, nel 1992. Nessun sollievo alla notizia dell’arresto dei presunti killer a Santa Maria Hoe’, il paese nel lecchese dove vive la famiglia del missionario ucciso. ”Per noi questo e’ solo un rievocare il dolore, cambia poco – ha detto Felice, il fratello di padre Fausto -. L’importante non sono i killer o i mandanti, ma che la sua opera nelle Filippine continui”. E su assassini e mandanti, a Felice Tentorio restano dei dubbi, soprattutto dopo aver sentito questa mattina i rappresentanti del Pime, il pontificio istituto missioni esteri, nelle Filippine. ”I confratelli del Pime hanno qualche dubbio – ha spiegato – La notizia che gli assassini sarebbero stati questi due fratelli gira da un mese. Erano conosciuti come mercenari dell’assassinio”. Insomma, killer professionisti. Quando poi si arriva ad affrontare il tema movente ”si apre la nebbia – ha concluso Felice -. Non credo che si sapra’ mai chi sono i mandanti, se i due non confessano”.