Non c’è accordo in Grecia sulle riforme che chiede l’Europa ma l’Eurozona non ha intenzione di aspettare ancora e convoca un Eurogruppo per oggi: al termine di otto ore di riunione tra governo e partiti, non si riesce a superare l’impasse sul nuovo rigore che la troika Ue-Bce-Fmi chiede ad Atene

in cambio dei nuovi aiuti da 130 miliardi di euro. A dividere è soprattutto il nodo pensioni, con i tagli a quelle integrative. Il premier Lucas Papademos spera di risolvere trattando ancora con la troika nella notte, e anche i partiti cercano di superare lo stallo rivedendosi domattina, a poche ore dalla riunione di Bruxelles. Nessuno sembra volersi assumere la responsabilità di “scelte dure che segneranno il futuro della Grecia per i prossimi 50 anni”, ha detto il leader dell’estrema destra (Laos) Karatzaferis al termine dell’incontro.

Dopo giorni di decisioni rinviate ad Atene ed ultimatum lanciati a Bruxelles, il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker ha convocato i ministri dell’Economia della zona Euro per oggi alle 18, sperando che per allora il governo greco sia in grado di annunciare l’intesa con i partiti sulle riforme che l’Europa chiede per sbloccare i nuovi aiuti. La trattativa che si trascina ancora non è facile e, viste le prime anticipazioni sulla bozza d’accordo, si capisce il perchè: è previsto un taglio del 20% del salario minimo e riduzione delle pensioni; migliaia di licenziamenti, 15.000 dei quali nel settore pubblico; fusioni del fondi previdenziali; privatizzazioni di 6 importanti partecipate per incassare 50 miliardi; tagli alla spesa farmaceutica dall’1,9% al 1,5% del Pil.

La pazienza dei Paesi dell’Eurozona è finita: la Germania non vuole concedere nemmeno un minuto di più, e si comporta come se tutto dovesse finire bene, lasciando capire che la Grecia non ha altra scelta: “Lo swap dei bond greci è atteso per la prossima settimana, non c’è un piano B per Atene”, ha detto il viceministro dell’Economia tedesco, Thomas Steffen, senza menzionare che al momento mancano i presupposti perchè l’operazione di sostituzione dei titoli, che aiuterà Atene ad alleggerire il suo debito di 100 miliardi di euro, avvenga davvero.

 

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