“Oggi posso annunciare quello che era stato promesso: tutte le nostre truppe saranno a casa per Natale. Dopo quasi nove anni la guerra in Iraq è finita. La marea della guerra si ritira”. Una conferenza stampa veloce, quella di Barack Obama, pochi minuti per chiudere un capitolo della storia Usa.

Gli Stati Uniti andranno via da Bagdad, ora è ufficiale, entro il 2011. E con la fine delle operazioni Nato in Libia fissata per il 31 ottobre, in un solo giorno Obama “archivia” due conflitti. Il presidente degli Stati Uniti ha letto un comunicato dalla Casa Bianca dopo aver parlato in videconferenza con il primo ministro iracheno, Nuri al-Maliki. E ha annunciato una visita del premier a Washington nel prossimo dicembre. L’annuncio del presidente americano è il mantenimento di uno degli impegni centrali della sua campagna elettorale nel 2008. “Da candidato lo avevo detto – ha ricordato Obama – quando mi sono insediato ho varato una nuova strategia per ridurre il numero di truppe sia in Iraq che in Afghanistan. I soldati andranno via a testa alta e orgogliosi del loro successo”. “Ora inaugureremo una nuova fase nei rapporti tra Stati Uniti e Iraq, ci sarà una relazione ‘normale’ tra i due Paesi. Aiuteremo ad addestrare e ad equipaggiare le truppe irachene. Gli Stati Uniti vogliono che l’Iraq diventi un paese sovrano, sicuro e stabile”, ha concluso Obama. Tutti i soldati abbandoneranno l’Iraq, anche se Obama, in un primo momento, avrebbe voluto lasciare un mini-contingente di cinquemila uomini. Ma la mancata garanzia dell’immunità (tutti i militari Usa macchiatisi di crimini sono sempre stati giudicati in patria) ha costretto il presidente a rinunciare. Resteranno solo circa 200 soldati a protezione dell’ambasciata Usa a Bagdad.

 

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