Un ultimo disperato tentativo di difendersi dalla furia del fidanzato, forse sotto l’effetto di steroidi illegali, nascosta dietro la porta del bagno, con le mani davanti al volto. Alla vigilia del funerale di Reeva e del giorno in cui Pistorius si dichiarera’ innocente davanti ad un giudice, emergono nuovi inquietanti dettagli dalla casa degli orrori e sui lati oscuri dell’ex mito.
E si rafforza la pista del delitto passionale con la rivelazione, da parte dei media sudafricani, che la modella la notte in cu fu uccisa ha ricevuto un sms da un suo ex, di cui l’atleta era gelosissimo. Prima di tutto gli steroidi trovati nella lussuosa villa di Pretoria: farmaci illegali e pericolosi che possono incidere sull’aggressivita’ di chi ne fa uso. Il campione sudafricano sara’ sottoposto di nuovo ad analisi del sangue per verificare la presenza delle sostanze e anche per confermare il sospetto che prima dell’omicidio avesse bevuto pesantemente. Poi la ricostruzione dell’assassinio: Reeva, che si era portata una borsa con il necessario per la notte e il suo iPad, sarebbe stata colpita una prima volta al fianco nella camera da letto, poi avrebbe tentato di proteggersi chiudendosi nel bagno. Inutilmente, perche’ con la sua pistola da 9mm ‘Speed gun’ – come e’ stato ribattezzato dalla stampa – l’avrebbe colpita altre tre volte. Rimane il mistero della mazza da cricket insanguinata trovata sulla scena del delitto: per qualcuno il campione di atletica l’avrebbe usata per colpire alla testa – sulla quale sono state trovate delle ferite – la fidanzata, per altri sarebbe stata usata da lei per difendersi. Intanto, si rafforza la tesi dell’omicidio passionale: la notte di San Valentino, Reeva avrebbe ricevuto un sms della stella sudafricana del rugby Francois Hougaard, aitante 24enne a cui la modella sarebbe stata legata prima di Pistorius e del quale l’atleta sarebbe stato gelosissimo. Il rugbista continua a ripetere di non avere nulla a che fare con “la triste vicenda” della morte della modella. Nelle ultime ore e’ spuntata anche una testimone chiave, una vicina accorsa nella villa che lo avrebbe visto in uno stato “delirante”, il corpo della fidanzata ricoperta di sangue tra le braccia. Come si moltiplicano in questi giorni le testimonianze di chi descrive il campione come un “maschilista dal grilletto facile”. Un mese fa in un affollato ristorante di Johannesburg Pistorius avrebbe preso in mano la pistola di un amico, gli avrebbe tolto la sicura “senza motivo” e sparato un colpo per errore che ha sfiorato un altro amico seduto al tavolo. Un episodio passato sotto silenzio, come altri nella vita dell’ex leggenda, ma che dimostra la sua dimestichezza con le armi. E mentre la famiglia della modella si e’ chiusa nel suo dolore – uno zio ha raccontato alla stampa che il padre passa tutto il suo tempo nel vecchio garage di casa – quella di Pistorius – che nel pieno della bufera sabato e’ stato premiato come ‘atleta sudafricano dell’anno’ – non solo continua a difenderlo a spada tratta ma ha anche assunto una squadra di pesi massimi per confutare le accuse. I due avvocati, Barry Roux e Kenny Oldwadge, sono due nomi noti in tutti i tribunali sudafricani: l’ultimo ha fatto scarcerare l’uomo che, perdendo il controllo del suo veicolo aveva investito nel 2010 la pronipote tredicenne di Nelson Mandela. Era accusato di omicidio volontario. A completare la squadra Reggie Perumal, il medico legale che ha seguito il massacro nella miniera di Marikana, nel quale la polizia ha ucciso 34 minatori in sciopero, e il guru britannico della comunicazione Stuart Higgins, gia’ direttore del tabloid Sun, e responsabile della comunicazione per British Airways, Andy Murray, Manchester United e Chelsea. Quanto all’accusa, il procuratore Gerri Nel e’ famoso per aver spedito in galera il potente capo della polizia sudafricana Jacki Selebi. La linea difensiva potrebbe basarsi su due tesi: che Pistorius – non ricordandosi che la fidanzata doveva passare la notte li’ – scambiandola per un ladro le ha sparato oppure, piu’ probabile, che una lite tra i due c’e’ stata ma che lui non aveva intenzione di ucciderla. Gli inquirenti da parte loro sostengono di avere un impianto accusatorio “solido come una roccia”. Domani e’ anche la giornata del lutto: la salma di Reeva e’ tornata a Port Elizabeth, la citta’ in cui e’ cresciuta, e domani alle 11 si terranno i funerali con i parenti e gli amici piu’ stretti. In chiesa sara’ letto il salmo 23, quello del “Buon pastore”, il preferito della modella uccisa. Ma il messaggio piu’ importante che la famiglia vuole veicolare e’ la lotta contro la violenza sulle donne, nella quale – dicono – “Reeva era impegnata con passione e rispetto alla quale non si fa ancora abbastanza”.