L’India, che guida il Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il mese di agosto, sostiene che un accordo tra i Quindici per condannare le violenze in Siria e’ possibile, ma probabilmente senza il si’ del Libano. Le consultazioni riprenderanno alle 15:00 (le 21:00 in Italia).

Al Palazzo di Vetro sono emerse, ancora una volta, due scuole di pensiero sulle repressioni ordinate da Bashar al Assad: una ”linea dura” guidata dai Paesi occidentali in Consiglio, ed un ”fronte alternativo” composto da Brasile, India, Sudafrica, oltre che da Russia e Cina, mentre il Libano ha una posizione defilata. Hardip Singh Puri, delegato di New Delhi all’Onu e presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, ha detto oggi ai giornalisti che, specie dopo le violenze dello scorso fine settimane, i Quindici potrebbero accordarsi su un documento, a patto che questo non contenga sanzioni o pressioni contro Damasco. Anche Mosca ha aperto all’idea di una risoluzione, a patto che questa non segua il ”modello libico”, sottolineano diplomatici all’Onu, riferendosi alla risoluzione 1973 che ha autorizzato l’intervento militare contro Muammar Gheddafi cinque mesi fa. I fautori della ‘linea morbida’ avevano inizialmente proposto di approvare una dichiarazione non vincolante, ma questo tipo di documento deve essere avallato da tutti i quindici Paesi del Consiglio, e la delegazione di Beirut ha fatto capire di non poter votare alcun testo, per i suoi stretti legami con Damasco. Si e’ cosi’ passati all’idea di una risoluzione, la quale viene approvata con almeno nove voti e nessun veto (che puo’ essere esercitato da Usa, Gb, Francia, Russia e Cina). Diverse fonti all’Onu, chiedendo di rimanere anonime, hanno detto che un accordo e’ possibile, ma senza tutti gli elementi richiesti dagli occidentali.

 

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