Mentre nel tradizionale venerdì di preghiera le piazze della Siria tornano a riempirsi di dimostranti anti-Assad, da più parti si moltiplicano le testimonianze di civili uccisi dalle forze di sicurezza del presidente.

Secondo attivisti per i diritti umani, tre persone sarebbero morte nella parte orientale della provincia di Jabal al-Zawiyah, al confine con la Turchia. Ad Homs, tre manifestanti sarebbero stati uccisi nella repressione da parte delle forze di sicurezza e delle bande di lealisti armati. La settima vittima, riferiscono ancora fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, è un manifestante ucciso dalle forze di sicurezza nel corso di un corteo di protesta contro il governo svoltosi a Qadam, quartiere della capitale Damasco. “Ad al Bara – riferisce Rami Abdel Rahman, dell’Osservatorio siriano per i diritti Umani – una donna è stata uccisa da un cecchino e un uomo dalle forze di sicurezza. Una terza persona è morta vicino al villaggio di Bnin da uomini armati non meglio identificati”. Ad Homs invece, terza città del paese, tre giovani sono stati uccisi nel quartiere di Qusur. Sale così a 17 morti in 48 ore il bilancio delle violenze compiute – secondo gli attivisti – dalle forze di sicurezza, da bande di lealisti e dai soldati dell’esercito. Ma le proteste non si fermano. Migliaia di siriani sono tornati in piazza per chiedere la caduta del regime in quasi tutte le località del Paese, compresi alcuni quartieri di Damasco e Aleppo, le città finora rimaste relativamente ai margini della contestazione. Lo si apprende dai Comitati di coordinamento locale in Siria (Lccs), piattaforma degli organizzatori della mobilitazione e dal sito Internet di monitoraggio Rassd. Testimoni oculari citati dalle fonti riferiscono di cortei di migliaia di persone nelle città di Damasco, ad Aleppo, a Homs, a Daraa, a Qamishli, a Dayr az Zor, a Albukamal e nella regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia. A Hama, nella regione centrale della Siria, sono segnalate più di 400mila persone in corteo, giunti – secondo testimoni sul luogo – “da ogni dove, dalle moschee e dalle località vicine”.

 

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